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Sgominata una banda criminale che gestiva la prostituzione sulla Asti-Alba

Coinvolte cinque persone, tra cui un uomo di 73 anni residente ad Alba, posto agli arresti domiciliari perché accompagnava le ragazze in strada.

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ASTI-ALBA La Compagnia Carabinieri di Canelli ha eseguito l’ordinanza applicativa della misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di due soggetti di nazionalità albanese, della misura degli arresti domiciliari  nei confronti di un soggetto italiano e di una donna di nazionalità albanese e dell’obbligo di dimora nei confronti di una donna di nazionalità albanese, gravemente indiziati di rapina, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. I fermati erano diventati gestori della piazza astigiana, ricorrendo a metodi violenti per costringere una decina di donne di nazionalità albanese a prostituirsi su strada in diversi comuni dell’Astigiano, ricorrendo a un servizio di navetta a pagamento svolto dall’unico italiano coinvolto e a controllare in maniera capillare la spartizione del territorio assegnato alle diverse vittime, poi costrette a corrispondere buona parte dei proventi ai loro sfruttatori.

L’indagine trae origine da un intervento effettuato ad Isola d’Asti nella notte del 17 febbraio scorso dai Carabinieri per un’aggressione patita da una donna che si trovava sulla strada statale 231 in località Cimitero. Appena arriva sul posto i militari trovavano la giovane vittima in evidente stato di shock con evidenti segni di lesioni alle gambe, ai polsi e al capo. La giovane, immediatamente soccorsa, riferiva di essere stata aggredita da due connazionali che, dopo averla colpita alla testa con lo sgabello su cui sedeva in attesa dei clienti, veniva rapinata del proprio telefono cellulare per poi essere abbandonata sofferente sul ciglio della strada. 

Le attività tecniche scaturite e l’ininterrotta attività di pedinamento svolta sulla base delle indicazioni fornite dalla denunciante permettevano di ricostruire un organigramma composto da cinque persone, quattro albanesi e un italiano, che a vario titolo si occupavano del reclutamento e dell’avvio sul mercato della prostituzione di giovani ragazze provenienti dall’Albania, assegnando a ciascuna un’area su cui esercitare il meretricio da cui era impedito allontanarsi o sconfinare, pena la ritorsione violenta, traendo poi buona parte dei compensi da queste incassati, non esitando a infierire fisicamente su di loro nel caso in cui, anche per fattori indipendenti dalla loro volontà (come per esempio condizioni meteorologiche avverse o stato di salute delle vittime), i proventi non si ritenessero adeguati.

Al vertice del gruppo criminale sono stati individuati due fratelli albanesi, O.T. del 1981 e G.T. del 1975, entrambi domiciliati ad Asti, senza precedenti di polizia se non per la permanenza irregolare sul territorio nazionale. I due erano diventati i gestori del territorio, collocando diverse donne nei comuni di Isola d’Asti, Costigliole, Vigliano, Agliano Terme, Alba e Monticello d’Alba, convivendo in un appartamento del centro di Asti con altre due connazionali che, oltre a esercitare il meretricio, coadiuvano i fratelli nell’attività illecita. L’attività di lenocinio veniva completata dal servizio di trasporto a pagamento che l’unico italiano svolgeva per conto delle donne impiegate in strada: a bordo di una Fiat punto U.C. del 1947 residente ad Alba incensurato, accompagnava sulle diverse strade le ragazze, pretendendo per ciascuna la somma di dieci euro quale rimborso spese.

Tale racket, che andava avanti dal 2017 come ricostruito dalle diverse violenze patite dalla denunciante, subiva una battuta d’arresto a marzo a causa del lockdown, ragion per cui i due fratelli decidevano di fare rientro in Albania. L’attività investigativa proseguiva, tracciando gli spostamenti e le conversazioni dei diversi indagati che, ai primi di giugno, riprendevano il business illegale. Gli elementi investigativi raccolti, corroborati da attività tecnica d’intercettazione telefonica, servizi di pedinamento e localizzazione tramite sistemi Gps sulle autovetture in uso agli indagati, convergevano sull’individuazione del gruppo gravemente indiziato di rapina, favoreggiamento e sfruttamento  della prostituzione, tanto da convincere il Tribunale di Asti, in base a un quadro probatorio nitidissimo, a emettere ordinanza applicativa di misure cautelari coercitive personali. All’alba di oggi, mercoledì 23 dicembre, i Carabinieri hanno individuato nelle loro abitazioni nell’Astigiano e ad Alba i cinque indagati. Nelle corso delle operazioni sono stati sequestrati circa duemila euro ritenuti proventi delle attività illecite. Gli arrestati si trovano adesso detenuti presso la case circondariali di Asti e Alessandria in attesa dell’interrogatorio di garanzia dinnanzi al Gip.

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