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Viveva a Magliano Alfieri uno dei trasfertisti del furto arrestato dalla Polizia

MAGLIANO ALFIERI Viveva in una casa perquisita all’alba di ieri (giovedì 1° dicembre): il trentenne di origini sinti era uno dei componenti della banda dei trasfertisti del furto, sgominata dalla Squadra mobile di Cuneo al termine dell’operazione “Sovergliati speciali”, terminata con sei arresti, eseguiti su mandato del Tribunale di Asti, dopo quattro mesi di indagini e decine di pedinamenti congiunti con gli agenti di Asti, Torino, Novara, Bologna, Forlì-Cesena e Rimini. I criminali, tutti di origini sinti, dovranno rispondere delle accuse di associazione a delinquere, furto aggravato plurimo, porto abusivo di arma e possesso di distintivi falsi.

«Si tratta di soggetti di altissimo profilo criminale: ladri che affrontavano viaggi di 500 chilometri verso Rimini dove agivano razziando per lo più ville», spiega il commissario Pietro Nen, comandante della Squadra Mobile. I rapinatori erano soliti darsi appuntamento, da Cuneo, Torino, Asti e Novara, proprio a Magliano Alfieri: «Dormivano nell’abitazione dell’arrestato prima di partire per la Romagna». Il viaggio a bordo di auto di grossa cilindrata, risultate rubate anni prima e munite di targa falsa, nel bagagliaio mole angolari da 30 chili per smurare le casseforti: i guidatori indossavano guanti per non lasciare tracce sul volante. In Riviera li attendeva un basista che aveva procurato una casa sicura, un capanno a Igea Marina dal quale muovevano verso i bersagli, individuati con precisione maniacale dal complice.

Viveva a Magliano Alfieri uno dei trasfertisti del furto arrestato dalla Polizia
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«Sinora siamo a conoscenza di dieci furti messi a segno, ma nei prossimi giorni l’elenco si amplierà», precisa Nen. Grazie alle informazioni mettevano a segno furti con bottini consistenti: da una sola villa erano riusciti a rubare 100mila euro; il bottino complessivo si aggirerebbe attorno al mezzo milione di euro, «siamo riusciti a recuperare circa 4.500 euro e due rolex» commenta Nen. Quando non potevano scassinare porte e finestre e asportare le casseforti, si travestivano da Carabinieri per conquistare la fiducia delle vittime e raggirarle: le manette sono scattate per cinque di loro all’alba del 10 dicembre a Rimini, il sesto componente della banda è stato fermato a Torino.

Davide Gallesio

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