I visitatori s’innamoreranno della trifola al Mudet di Alba

ALBA Il Museo del tartufo come progetto faro per il futuro di Alba. L’Amministrazione – in prima fila il sindaco Carlo Bo (che era parso attendista nei mesi scorsi) e l’assessore al turismo Emanuele Bolla – accelera sul Mudet nel cortile della Maddalena e svela a Gazzetta d’Alba l’idea alla base degli oltre 900 metri quadrati di allestimento nella manica rivolta verso piazza Falcone, sede fino a pochi anni fa del liceo Pinot Gallizio. Spiega il sindaco Bo: «Nel 2021 metteremo le basi per il museo, completando le opere preliminari –il rifacimento del tetto –e arrivando alla progettazione esecutiva. L’idea ereditata dalla precedente Giunta prevedeva una spesa di ottocentomila euro, lievitata a causa dei costi necessari alla copertura, duecentomila euro, portando il totale di spesa per Piazza Duomo a oltre un milione. Per questo abbiamo tenuto in stand by l’opera nel 2020, anche a causa delle incertezze legate al Covid-19, ma crediamo, e abbiamo sempre creduto, anche quando eravamo all’opposizione, che il Mudet possa far crescere l’attenzione intorno al nostro prodotto e al territorio in cui viene raccolto».

I visitatori s’innamoreranno della trifola al Mudet di Alba
Un rendering del Mudet

Il Museo del tartufo albese, collegato al polo in fase di realizzazione a Montà, diventerà un punto di riferimento per l’area, specie nei mesi in cui il tuber magnatum Pico non ci sarà, come spiega l’assessore al turismo Emanuele Bolla: «Il dossier legato ad Alba città creativa per il prossimo quadriennio sarà improntato all’internazionalità, per far conoscere sempre di più la nostra città nel mondo. Il Mudet sarà un punto di riferimento in pieno centro. Dovrà essere un museo moderno, interattivo, che sappia attrarre i turisti, ma diventare centrale anche per gli albesi, con attività rivolte alla cittadinanza. Nei nostri intenti il museo racconterà un intero territorio, sviluppando temi legati alla cucina, alla cultura, alle tradizioni ma anche all’attualità, come la sostenibilità ambientale. Le più moderne tecniche di comunicazione saranno al nostro servizio. L’obiettivo è far innamorare della trifola i turisti anche quando il nostro prezioso bianco non si raccoglie. Si tratterà di un arricchimento della Fiera per fare in modo che i visitatori si fermino sempre di più da noi». Lo studio di fattibilità –curato dall’architetto Antonello Stella, docente dell’Università di Ferrara e vero esperto nella progettazione di musei all’avanguardia, a capo della squadra che si occuperà d’immaginare il Mudet –prevede allestimenti su una superficie complessiva di quasi 900 metri quadrati, con un ingresso al piano terreno su piazza Falcone e un altro dal cortile della Maddalena. Fulcro del museo sarà il primo piano, con il lungo corridoio che diventerà parte integrante dello spazio. Nelle sale sarà messa in scena la storia del tartufo tra costume e folklore, con aneddoti e testimonianze dei personaggi che hanno scritto la storia di Langhe e Roero e spazi dedicati ai protagonisti della cerca: i trifolao e i loro taboi.

Il progettista si è avvalso della consulenza della fondazione Museo del tartufo, nata ad hoc sotto la presidenza dell’ex sindaco di Montà Silvano Valsania; ha inoltre lavorato con un comitato scientifico di livello elevato: ne fanno parte Paola Bonfante, responsabile del Centro di studi di micologia sul campo del Cnr; Piercarlo Grimaldi, storico rettore dell’Università di scienze gastronomiche di Pollenzo; Antonio Degiacomi, presidente del Centro studi tartufo; Silvano Montaldo, ordinario di storia contemporanea all’Università di Torino.

Come accennato, il primo intervento a partire riguarderà il rifacimento del tetto, pregiudicato dal passare del tempo: avrà un costo che potrebbe superare abbondantemente i 200mila euro. In seguito si arriverà alla progettazione definitiva (entro l’autunno), mentre l’avvio dei lavori è previsto entro la fine del 2021.

La nuova vita del complesso monumentale

Con il Mudet – il Museo del tartufo albese – e l’intenzione dell’Amministrazione di Carlo Bo di riattivare a breve la facoltà di scienze infermieristiche, il complesso della Maddalena prende nuova forma, trovando una definizione precisa, con una forte vocazione culturale in tutte le quattro maniche che lo compongono.

Il Mudet occuperà la manica nord, quella su piazza Falcone, occupando parte del piano terreno e tutto il primo piano. All’ingresso si sta pensando alla possibilità di installare nuove attività commerciali, richiamate dalla centralità dei locali. La galleria della Maddalena già ospita alcuni negozi e un bar, ma da tempo dev’essere rinnovata, pure se il progetto, approvato dalla precedente Amministrazione, per ora non è ancora decollato. La manica ovest del complesso monumentale, quella che affaccia su via Maestra, al piano terreno vede l’entrata principale e una serie di attività commerciali. Al primo piano si trovano invece i locali individuati per accogliere la scuola di scienze infermieristiche, che dovrà riprendere vita proprio qui.

La manica sud, che si apre con lo splendido coro della Maddalena, è occupata dalla biblioteca civica e dal museo Eusebio, divisi dalla sala Riolfo al piano terreno. La manica est, di costruzione più recente, risalente al 1932, già sede della palestra, oggi ospita la sala Beppe Fenoglio e il Civico istituto musicale Lodovico Rocca.

Marcello Pasquero

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