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La festa del beato Valfrè nella cappella dell’ospedale

Inaugurata la cappella di Verduno; la diocesi dona ecografo ai medici

VERDUNO Sebastiano Valfrè fu un anticipatore della stagione dei santi sociali che investì il Piemonte tra i secoli XVIII e XIX, quando Giovanni Bosco, Giuseppe Benedetto Cottolengo, Giuseppe Cafasso, Leonardo Murialdo e altri diedero lustro al cattolicesimo piemontese. Nacque in una numerosa famiglia contadina di condizioni economiche modeste, pur essendo accertata la sua discendenza dalla nota casata braidese dei Valfrè. Il nonno Andrea si era stabilito a Verduno nel XVI secolo dove – scrive Antonio Manno nel Patriziato subalpino – la discendenza decadde, ma ebbe il «singolarissimo lustro del santo protettore di Torino».

Al beato Sebastiano Valfrè, la cui memoria liturgica è fissata il 30 gennaio, è stata dedicata la cappella dell’ospedale Michele e Pietro Ferrero, il cui altare è stato benedetto il 23 dicembre dal vescovo di Alba, monsignor Marco Brunetti. Venerdì 29 gennaio il beato Valfrè verrà celebrato con una Messa alle 7.30 cui seguirà, dalle 8 alle 15, l’adorazione eucaristica continua.  Poi seguirà la benedizione eucarestica e i Vespri.  I due cappellani, don Domenico Bertorello e il diacono Giorgio Fissore invitano alla prima festa del patrono dell’ospedale.

Anche Bra ha una presenza del Valfrè: al beato è dedicata la casa del clero che si trova adiacente al santuario;  aprì nel 1994 dopo i lavori di ristrutturazione che fece il compianto rettore del santuario don Cesare Fava nel triennio 1989-1991; in precedenza ospitava la casa di esercizi spirituali in cui sono passati molti santi, da don Bosco al beato Michele Rua. Attualmente ospita due sacerdoti, don Adolfo Ferrero ex missionario e don Sebastiano Viotti ex professore di teologia all’Università di Roma ed ex parroco di Chieri e la comunità delle suore oblate di Maria immacolata con la superiora suor Elena.

Lino Ferrero

 

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