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Paolo Spada: crediamo a scienza e conoscenza

Paolo Spada: crediamo a scienza e conoscenza
Paolo Spada

INTERVISTA Paolo Spada è un chirurgo vascolare all’Humanitas research hospital di Milano; è fondatore di EVARplanning, un sistema computerizzato per la configurazione dell’impianto endoprotesico dell’aorta. Lo interpelliamo come “medico dei dati”, poiché da mesi sulla sua pagina Facebook e poi su quella di Pillole di ottimismo – fondata da Guido Silvestri – spiega i numeri della pandemia. Obiettivo del progetto, che coinvolge anche l’epidemiologa Sara Gandini e molti altri, è portare il linguaggio scientifico a un livello comprensibile, dando una lettura positiva di quanto sta accadendo, ricorrendo al buon senso, dati alla mano, contribuendo a creare un’informazione accurata e scientifica sull’emergenza sanitaria da Covid-19. È possibile leggere i lavori di Spada sulla pagina Facebook dal titolo Pillole di ottimismo, sul suo sito Internet www.pillolediottimismo.it o sull’omonimo canale YouTube.

Le persone hanno paura, sono scoraggiate e piene di ansia, anche a causa dell’informazione che propone numeri difficili da interpretare. Secondo lei, perché è possibile rimanere ottimisti, sia dal punto di vista dell’analisi dell’epidemia che dal punto di vista emotivo, Spada?

«Dal punto di vista numerico possiamo dire che i dati ci danno conforto sull’alta percentuale di asintomatici presenti nel totale dei positivi e, di conseguenza, sulla bassa percentuale dei casi severi, che hanno bisogno di ricovero nei reparti specializzati delle terapie intensive. Certo, statisticamente, al crescere del numero totale dei positivi cresce anche il numero dei casi più gravi e dei decessi, ma per il momento riusciamo a gestire il carico ospedaliero, anche se non si sa per quanto tempo, se non si inverte o si rallenta l’aumento dei nostri contagi. Dal punto di vista emotivo dobbiamo pensare che, rispetto alla prima ondata, il personale sanitario ha oggi maggiore conoscenza della malattia da Covid-19 e sa come trattarla e che siamo in attesa di nuove cure, come gli anticorpi monoclonali e infine, presto, i vaccini».
Ci sono buone speranze su questo fronte? Con gennaio inizia anche in Italia una grande campagna vaccinale.

Paolo Spada: crediamo a scienza e conoscenza
Paolo Spada

«Non sappiamo ancora la data precisa – a inizio gennaio per l’Italia, ma la Gran Bretagna l’ha già avviata a dicembre, ndr – di quando saranno disponibili per tutta la popolazione le dosi, ma sappiamo che la ricerca è andata avanti in questi mesi e non si parla più di qualcosa di astratto: stiamo vedendo il vaccino in concreto. È importante tenere il punto su questo. Le persone devono essere responsabilizzate e non terrorizzate; sembra che l’Italia stia andando finalmente in quella direzione. Sapere di poter essere parte del processo di lotta alla pandemia può rappresentare un grande punto di forza, che può unirci e farci sentire meno smarriti, nonostante la comunicazione tenda, spesso, ad agire in maniera sconsiderata nei confronti di chi ha già patito e sta ancora patendo. A chi ha paura, ribadiamo quello che è il nostro motto: affidarsi alla conoscenza e alla scienza, cercando in queste la motivazione per andare avanti, consapevolmente. Noi, ogni giorno, facciamo del nostro meglio per restituire una comunicazione fondata su queste basi, con un linguaggio misurato e cercando ove possibile di spiegare i sensazionalismi dai quali derivano le maggiori tensioni».

Matteo Viberti

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