Poche piogge fanno balzare le micropolveri oltre i limiti

No al semaforo  contro lo smog per le famiglie a basso reddito 1

AMBIENTE  Dopo anni di record positivi tornano a crescere fortemente gli sforamenti al limite di legge del valore di 50 microgrammi per metro cubo delle polveri sottili Pm10 nell’aria.

Il 2018 era stato l’anno della prima volta sotto i 35 sforamenti, il 2019 l’anno dei record con Alba che si era fermata a 23 e Bra che aveva chiuso con 20. Nel 2020, quando mancano le certificazioni dell’Arpa Piemonte sugli ultimi tre giorni di dicembre al monitoraggio i superamenti dei limiti sono stati 44 nella città del tartufo bianco e 42 sotto la Zizzola. Il giorno più inquinato dell’anno da poco concluso è stato il 17 febbraio con un valore del Pm10 schizzato a 99 microgrammi.

Le misurazioni avvengono tramite la centralina posta all’angolo tra piazza Prunotto e via Tanaro che rileva anche altri inquinanti quali l’ozono e gli ossidi di azoto che, ad Alba, restano ampiamente sotto i limiti. Per vedere il bicchiere mezzo pieno bisogna andare ad analizzare il dato medio delle concentrazioni di Pm10 che, più degli sforamenti, indica quanto una città sia inquinata ogni giorno dell’anno. Il limite di legge è di 40 microgrammi/m3. Un limite non rispettato nel 2003 con una media di 43 e nel 2006 con una media record di 46 microgrammi per metro cubo. In tutti gli altri anni del monitoraggio la città di Alba è riuscita a stare sotto la soglia passando da una media dal 2002 al 2006 di 40,47 microgrammi a 28,13 tra il 2014 e il 2018. Con una media vicina ai 25 il 2019 era da record anche per la media del dato annuale che nel 2020 scende ulteriormente a 23.

Come è stata possibile in un anno la crescita degli sforamenti? Il 2020 è stato segnato dall’emergenza pandemica che ha attenuato l’andamento di un anno che altrimenti sarebbe passato alla storia per l’inquinamento.

Al 29 febbraio, infatti, si registravano già 27 sforamenti nella città di Alba e 28 sotto la Zizzola. Il confronto era impietoso anche se raffrontato allo stesso periodo del 2019, al 28 febbraio gli sforamenti nella città del tartufo bianco erano 14. Bra si era fermata a 11 sforamenti mettendo così le basi per un 2019 da record.

L’emergenza pandemica ha falsato di molto l’andamento dell’inquinamento riducendo ai minimi le emissioni di Pm10, mai così basse a marzo e dicembre, mesi solitamente critici per l’inquinamento e conclusi con zero sforamenti ad Alba.

Anche le condizioni climatiche hanno avuto un forte peso con i mesi più secchi dell’anno, gennaio, febbraio e novembre che hanno registrato la totalità dei 44 sforamenti ad Alba.

I dati rimangono comunque positivi se visti in confronto con gli anni precedenti al 2019 e al 2018 quando Alba aveva registrato 33 giorni di sforamenti. Un ottimo risultato se si pensa che nel 2017 furono 59 e che il precedente record risaliva al 2016 con 38. Nel 2003 la città ha superato il limite di Pm10 per 104 giorni. 121 giorni nel 2006, dato che rappresenta un record negativo.

Non è da meno la città di Bra passata dai 170 sforamenti del 2003 a 62 del 2014, per poi scendere ancora nel corso degli anni più recenti, fino al valore di 20 nel 2019.

Marcello Pasquero

Per ora i diesel Euro 4 circolano, ma la Ztl sarà attiva fino al 2022

Niente inasprimento del semaforo antismog fino a quando perdura l’emergenza sanitaria. Il Piemonte, assieme alle regioni del bacino padano, ha ottenuto dal Governo il rinvio di quanto previsto per l’inizio del 2021, ossia il divieto di circolazione nei centri urbani delle città con più di 20mila abitanti delle vetture Euro 4 diesel nella fascia oraria 8.30-18.30 dei giorni feriali. «Una modifica di buon senso; in questi giorni la possibilità di circolare con i mezzi privati evita situazioni di possibile contagio», commenta l’assessore regionale all’ambiente Matteo Marnati.

 

Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto non si tirano indietro dalla lotta all’inquinamento: «Sarà una misura temporanea. Da parte nostra non diminuisce l’impegno a combattere lo smog», aggiunge Marnati. «A breve ci sarà un incontro per redigere il piano straordinario per la riduzione delle emissioni». Tra le idee in cantiere c’è la scatola nera Move-in che misurerà gli spostamenti delle auto più inquinanti nelle Ztl, assegnando a ogni tipologia di veicolo la percorrenza di un limitato numero di chilometri.

Messo da parte il blocco degli Euro 4 ad Alba, Bra, Carmagnola, Asti e in altri 34 Comuni piemontesi restano attive le regole previste dal protocollo interregionale che fissa livelli di allerta rappresentati dai colori del semaforo. Nelle rispettive Ztl delimitate dai cartelli con ben evidenti i “bollini” colorati del semaforo non possono mai entrare – neppure con il semaforo antismog sul verde – i veicoli Euro zero e diesel Euro 1 e 2. Nel periodo invernale (1° ottobre-31 marzo) dalle 8.30 alle 18.30 dei giorni feriali il divieto si allarga ai diesel Euro 3. Sempre d’inverno, ma per tutte le ore del giorno, il blocco riguarda le moto Euro zero.

Ad Alba la zona a traffico limitato si estende sul centro storico, sul quartiere Moretta fino a corso Enotria e sul quartiere Piave fino a strada Cauda. Quando l’Arpa rileva per quattro giorni consecutivi il superamento della soglia di inquinamento da micropolveri Pm10 scatta il primo livello di allerta e il semaforo diventa arancio, vietando la circolazione nelle Ztl dalle 8.30 alle 18.30 a tutti i diesel adibiti al trasporto di persone fino all’Euro 5 e a quelli fino a Euro 4 per il trasporto merci.

Se i valori delle Pm10 restano sopra la soglia per 10 giorni consecutivi il semaforo diventa rosso e il blocco colpisce i veicoli commerciali diesel fino all’Euro 4 nella fascia oraria 8.30-18.30 e gli Euro 5 fino alle 12.30.

Con i dati sullo smog del 2020, di cui parliamo nell’articolo qui sopra, Alba e Bra devono rassegnarsi al semaforo anche per l’inverno 2021-22. Il protocollo si applica nelle città in cui Pm10 e biossido di azoto restano sotto i limiti per almeno tre anni nell’arco degli ultimi cinque. Alba e Bra, dopo aver rispettato i parametri nel 2018 e 2019, pregustavano l’uscita dalla zona di controllo, ma i superamenti del 2020 costringono a rimandare tutto di un anno, sempre che il 2021 porti buone notizie per la qualità dell’aria.

g.s.

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