Si lavora sulla punta della torre campanaria

Si lavora sulla punta della torre campanaria 6

ALBA  Procedono i lavori per il ripristino del campanile del santuario della Moretta da cui caddero frammenti e tegole a inizio 2020.

L’opera principale, come spiega il parroco padre Lino Mela, interessa la cuspide del campanile: «Dieci travi ne costituiscono l’ossatura; le verifiche hanno accertato che 4 sono completamente consumate. Si è proceduto anzitutto a mettere in sicurezza l’area e ora avanzano i lavori di rifacimento della muratura interna».

Il progetto è seguito dalla soprintendenza per le belle arti ed è stata condivisa la volontà di rispettare la struttura del campanile realizzato nel 1933-35. I lavori sono iniziati nel febbraio scorso, grazie al contributo di 18mila euro della fondazione Cassa di risparmio di Cuneo.

Il Covid-19 ha rallentato i tempi ma, grazie a ulteriori 50mila euro stanziati dalla fondazione e 60mila messi a disposizione dalla Cei, l’opera è andata avanti. Padre Mela è fiducioso: «La speranza è quella di ultimare il restauro per la prossima Pasqua, al più tardi fine maggio. L’indagine tecnica ha riconosciuto danni ingenti e per questa ragione la cifra preventivata di 170mila euro non si è rivelata adeguata. Occorrerà un investimento di oltre 200mila euro per completare i lavori e desidero ringraziare i parrocchiani per la loro generosità che prova il loro affetto e la loro devozione e si traduce in un aiuto concreto».

Alessio Degiorgis

La chiesa venne finita nel 1908 ma era senza campanile. Dopo la prima pietra nel 1933 servì un anno per completare la struttura alta 45,7 metri

La storia del campanile del santuario della Moretta è riassunta in un documento conservato nell’archivio della parrocchia. Mario Barberis, geometra e costruttore della torre, affida a una relazione datata 17 ottobre 1935 la perizia finale sull’edificazione della struttura. Nel testo si ricorda che la chiesa venne costruita tra il 1905 e il 1908 e destinata «ai bisogni spirituali degli abitanti del nascente borgo Moretta», ma non era dotata di campanile, la cui progettazione venne affidata a Giuseppe Gualandi, lo stesso che disegnò il santuario. I lavori iniziarono nel luglio del 1933 e il 27 agosto dello stesso anno si tenne una solenne cerimonia per la posa della prima pietra.

Un anno dopo, «la costruzione, compiuta con ogni diligenza e con tutte le migliori regole d’arte, era completa», scrive Barberis. Il campanile a sezione circolare è dotato di un vano sotterraneo accessibile attraverso una scala interna, la stessa che che sale fino alla cella campanaria, costruita su pilastri raccordati da archi e sormontata da «sobria e decorosa cupola uniformata alla copertura della chiesa».

Lo scavo delle fondazioni raggiunse una profondità di 5,2 metri e dalla platea di cemento armato, spessa oltre un metro, partono i sei pilastri che vanno a comporre l’ossatura della torre. L’altezza complessiva, dal piano di campagna alla base della croce è di 45,7 metri e il diametro esterno è di 5,5 metri.

Il paragrafo conclusivo della perizia riporta i costi di costruzione che ammontano a 140.718 lire dell’epoca e sono suddivisi così: opere da fabbro 6.386,75 lire; opere da lattoniere 120 lire; opere da falegname 110; opere murarie 98.869,10; provvista e posa campane 27.951,20; provvista e posa dell’orologio 5.840; opere da elettricista e parafulmine 440,95.

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