Variante di Demonte: inaccettabile ritardo al via libera da parte del Consiglio dei ministri

L’incontro tra Regione Piemonte e Anas dà il via libera alla progettazione. Il governatore Cirio e l’assessore Gabusi sollecitano il Presidente del Consiglio

Variante di Demonte: inaccettabile ritardo al via libera da parte del Consiglio dei ministri

TERRITORIO Lo stallo sui lavori per la variante di Demonte, che permetterà di deviare fuori dal centro abitato l’intenso traffico pesante tra la Valle Stura e la Francia, è diventato intollerabile. È ora quanto mai urgente il via libera finale da Roma. È quanto emerge dall’incontro di questa mattina tra il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore regionale ai Trasporti Marco Gabusi con l’amministratore delegato e direttore generale di Anas Massimo Simonini, durante il quale sono stati affrontati i temi più urgenti relativi alle strade in Piemonte.

In particolare, per quanto riguarda il Cuneese, Anas ha confermato di essere pronta a far partire i lavori della variante di Demonte, un progetto già finanziato e su cui pesa il “parere tecnico istruttorio negativo” espresso dal Ministero dei beni e le attività culturali in riferimento ai resti del forte della Consolata presenti sul tracciato. Decisi a sbloccare la situazione di stallo il presidente Cirio e l’assessore Gabusi hanno nuovamente scritto oggi stesso al Presidente del Consiglio affinché ponga fine alla querelle che blocca il progetto. «Il territorio sta soffrendo da tempo per i disagi provocati dal traffico pesante – sottolineano il governatore Cirio e l’assessore Gabusi –. Situato lungo una strada strategica per il traffico da e per la Francia e a servizio di numerose e importanti aziende del territorio, Demonte è attraversata ogni giorno da un numero abnorme tir, che procedono lentamente e con difficoltà tra i portici medievali, urtando continuamente le case prospicienti la strada e producendo un notevole inquinamento ambientale, in termini di rumore, vibrazioni e qualità dell’aria. Non mettiamo in dubbio il valore storico dei resti, ma dobbiamo anche pensare alle esigenze di tanti cittadini, che vedono la loro vita quotidiana compromessa da un insopportabile traffico, certamente anomalo per un centro abitato».

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