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Alba, la scuola Enologica compie 140 anni

STORIA La prima scuola agraria a indirizzo enologico fu istituita a Conegliano Veneto nel 1876, seguita da quella di Avellino nel 1878. Con il regio decreto del 2 gennaio 1881 prese vita la Reale scuola di viticoltura ed enologia di Alba. La prima sede fu la casa vescovile di Altavilla, sulla collina albese; poco tempo dopo una sistemazione più «acconcia» venne individuata nel complesso della Maddalena. La scuola attuale fu costruita nel podere chiamato Il casino, di Flaminio Palma, acquistato dal Comune nel 1884. Il progettista fu l’ingegner Costanzo Molineris e i lavori costarono poco più di 122mila lire dell’epoca. Studenti e professori entrarono nella scuola, ancora in cantiere, nel 1899.

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I diplomati del 1886.

L’intitolazione, va da sé, fu appannaggio del Savoia allora regnante, Umberto I. Al traguardo – e il percorso era stato piuttosto accidentato, tra polemiche politiche, fallimenti e altre traversie – si era arrivati anche grazie ai buoni uffici prima di Michele Coppino e poi di Teobaldo Calissano, i due politici albesi di maggior peso dell’Italia liberale. Il racconto dei tempi eroici si trova nelle pagine scritte da Vittorio Riolfo per il volume della Famija albèisa edito per il centenario dell’Enologica, nel 1981, al quale collaborarono, tra gli altri, Renato Ratti e lo storico preside Vainer Salati.

In 140 anni di esistenza la scuola enologica di Alba si intreccia con il mondo della vite e del vino in tutte le sue valenze economiche, sociali, scientifiche e umane: ha dato un fondamentale contributo a un importante settore dell’economia. Tanto per dare un’idea, dopo il disastro dell’oidio, a metà dell’Ottocento i metodi dei nostri «vignajuoli» erano definiti dagli addetti ai lavori «balordi, irregolari e assurdi». I diplomati enotecnici hanno operato nelle cantine, nei laboratori, nei centri di ricerca di tutto il mondo: dall’Argentina all’Australia, dalla Francia alla California, apportando innovazioni e miglioramenti sul piano produttivo, tecnologico e qualitativo. L’elenco è lunghissimo: dalla lotta ai tre flagelli della viticoltura europea, ai nuovi processi per la fermentazione dei vini bianchi e rossi, alla diffusione dei portainnesti americani, non dimenticando, nel secondo Dopoguerra, la difficile ripresa del commercio con l’estero.

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I diplomati del 1952: da destra, seduti, si riconoscono Felice Cavallotto, Pinot Gallizio, Tito Passalacqua, il preside Giuseppe Dell’Olio. Tra gli studenti è presente Gigi Rosso, che per molti anni sarà presidente del Consiglio di amministrazione della scuola

Tra gli insegnanti dell’Enologica che hanno contraddistinto questa scuola sin dai primi anni si possono citare per l’alto profilo professionale il primo preside Domizio Cavazza, tra i padri del Barbaresco, Teodoro Ferraris, uno del più grandi fitopatologi del mondo, Antonio Sonnino, autore di un testo di enologia ancora oggi valido. In tempi più recenti ricordiamo Giuseppe Dell’Olio, preside per molti anni tra grandi riforme e innovazioni, Vainer Salati, valente chimico, Tito Passalacqua, appassionato di scienze naturali. Senza dimenticare Pinot Gallizio, destinato alla fama come artista, ma che in corso Enotria insegnò erboristeria.

Accanto ai docenti andrebbero ricordati i diplomati, ma l’elenco sarebbe lunghissimo. Mi limito a due personaggi: Ezio Rivella, nato nel piccolo paese di Castagnole Monferrato, che diresse in tutto il mondo le grandi multinazionali vitivinicole. Dal Lazio alla Sicilia, dalla California ai colli Toscani; Renato Ratti, che dopo un‘esperienza in Brasile, ritornò a La Morra per assumere importanti e delicati incarichi pubblici e consortili. Ratti è stato definito «il creativo incompreso»: di sicuro è stata una delle teste veramente pensanti tra i diplomati delle scuole enologiche italiane.

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Oreste Cavallo con gli allievi impegnato al microscopio.02

Oggi la scuola conta circa mille studenti distribuiti tra vari indirizzi e in sedi decentrate. Ad Alba ne sono presenti 450. La dirigente scolastica Antonella Gelmini tiene molto alla festa per la ricorrenza, che dovrebbe coincidere con la tradizionale premiazione degli studenti, che si tiene a Natale e che è stata rimandata. L’appuntamento potrebbe tenersi ad aprile o maggio.

Lorenzo Tablino

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