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Alec fa da guida al mondo di Fellini e Chaplin

RASSEGNA L’associazione Alec dedica un doppio appuntamento alla settima arte. L’occasione è offerta da due importanti anniversari, da poco trascorsi: i cent’anni della nascita di Federico Fellini e dall’uscita nelle sale di The kid. Il monello di Charlie Chaplin.

Alec fa da guida al mondo di Fellini e Chaplin

A condurre i due incontri sulla piattaforma Zoom giovedì 18 e giovedì 25 febbraio alle 18, il critico cinematografico Pier Mario Mignone. Saranno proposte e analizzate sequenze tratte dai capolavori dei due registi.

Per partecipare all’incontro del 18 febbraio occorre cliccare sul link https://us02web.zoom.us/meeting/register/tZwvceGsrT8iEtdDrNgAh9znppOiC42Wx_cb  e poi inserire nome, cognome, indirizzo email e  numero di telefono; oppure si può scrivere a info@associazionealec.it).

Mignone, perché ricordare l’arte di Fellini e Chaplin?

«Sono figure centrali nella storia culturale del Novecento. Chaplin è stato capace di esprimere una realtà umana straordinaria che ha commosso e fatto riflettere tutto il mondo. Fellini, dal canto suo, ha rappresentato la provincia italiana e la nostra storia attraverso uno stile visivo apprezzato anche a Hollywood».

Cosa hanno in comune i due grandi registi?

«Lavorano a partire da esperienze molto diverse ma spesso, nelle loro opere, rappresentano personaggi in viaggio, alla ricerca del senso della propria esistenza. Nei film più noti di Chaplin risulta chiaro il messaggio politico e civile. In Fellini prevale l’interesse per l’inconscio e l’affezione verso personaggi che conducono vite solo apparentemente scanzonate».

Si può avvertire la loro presenza nel cinema contemporaneo?

«Ne sono convinto. Ovviamente l’industria cinematografica è profondamente mutata, ma l’estetica dei maestri continua ad alimentare la fantasia dei registi contemporanei. Pensiamo, a esempio, alla fortuna internazionale del cinema di Paolo Sorrentino. Quest’ultimo non ha mai fatto mistero della sua ammirazione per Fellini. La grande bellezza, vincitore di Oscar, non sarebbe stato realizzato senza La dolce vita».

La crisi delle sale cinematografiche è senza ritorno?

«Il cinema non è più un rito sociale ed è evidente che la pandemia abbia rappresentato una brutta batosta per il settore. Eppure la meraviglia generata dal cinema non è scomparsa, semplicemente cambiano le abitudini di consumo. Esiste una vasta offerta di cinema, di ogni epoca e genere, che può essere comodamente fruita sul divano di casa. Un paradossale effetto collaterale è lo spaesamento che un’offerta tanto ricca genera. Fondamentale che il cinema torni a essere occasione di scambio e confronto fra le persone, non solo visione passiva e solitaria».

a.d.

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