Apro chiude il suo bilancio con conti a posto e progetti

Per Apro il centrodestra ha scelto Gionni Marengo come presidente 1

FORMAZIONE  Un ente che rimane in salute, nonostante l’inevitabile calo di volumi del 2020, ma che soprattutto guarda al futuro con l’obiettivo di restare fedele al suo obiettivo primario: contribuire in modo concreto alla crescita del territorio. È quanto emerso dall’assemblea dei soci di Apro, che a fine gennaio ha approvato all’unanimità il bilancio d’esercizio 2019-2020, chiuso al 31 agosto scorso.
Per quanto riguarda i dati, il fatturato complessivo si attesta attorno ai 6 milioni e 760mila euro, raggiungendo il pareggio di bilancio, un risultato per niente scontato visto il periodo complesso. Al centro dell’assemblea, anche le linee strategiche per il prossimo anno, condivise dal Consiglio di amministrazione, formato dal presidente Gionni Marengo, dalla vicepresidente Francesca Sartore e dai consiglieri Felice Cerruti, Matteo Rossi Sebaste e Sebastiano Contegiacomo.

Ne abbiamo parlato con Francesca Sartore. Che realtà rappresenta oggi Apro?

Apro chiude il suo bilancio con conti a posto e progetti

«Apro rappresenta una realtà molto articolata, in cui il 50 per cento delle attività sono riconducibili all’istruzione dei ragazzi, mentre la restante metà riguarda molte attività che rientrano nel concetto di formazione continua, che oggi è fondamentale: si va dai corsi rivolti agli adulti a quelli per il personale delle aziende, ma ci sono anche una quarantina di progetti europei attivi, che rappresentano uno degli ambiti più sviluppati dall’ente. Da sempre e specialmente in questo momento storico, l’obiettivo di Apro è allineare la formazione di giovani e adulti alla realtà del mondo del lavoro, cosa non scontata. Basti pensare che molti degli adulti che frequentano i vari corsi sono diplomati o laureati, ma alla ricerca di una riconversione del loro percorso in modo più attinente a quelle che sono le richieste. E lo stesso vale per i ragazzi: se guardiamo per esempio al settore meccanico, il concetto di operaio com’era concepito in passato è superato, dal momento che le aziende cercano figure sempre più specializzate da far crescere e purtroppo hanno un’enorme difficoltà a reperirne».

Che anno è stato il 2020?

«Un anno sicuramente complesso, da marzo in poi, a causa della pandemia, ma anche un anno in cui Apro ha saputo dimostrare la sua solidità e la sua capacità di puntare sempre a nuovi obiettivi. Il fatturato è stato inevitabilmente in calo rispetto all’annata precedente, quando si attestava sui 6 milioni e 850mila euro e ci si attendeva una crescita importante per il 2020. Ma, nonostante questo, nulla si è fermato. E, anzi, sono stati portati avanti nuovi progetti importanti. Per esempio, il restyling delle officine, con un investimento da 400mila euro già pagati, senza ricorrere a mutui. Così come lo sviluppo di nuovi corsi incentrati sul digitale, che hanno riscosso molto interesse, nonostante il periodo. Per esempio, il corso di grafica digitale, che ha avuto un numero positivo di iscritti».

A che cosa si punta per l’anno 2021?

«La prudenza sarà certamente fondamentale, dal momento che si tratta di un’annata iniziata in un contesto d’emergenza, che di certo non scomparirà nei mesi a venire. L’obiettivo è puntare su ambiti strategici, in particolare proseguire la strada del digitale, che è fondamentale in tutti i settori e rappresenta un fattore prezioso per le aziende e le realtà del territorio: oggi non si può fare a meno di figure specializzate su questo fronte. Si tratta di un processo iniziato da anni, ma che il Covid-19 ha reso ancora più veloce. Non mancheranno gli investimenti, sia per quanto riguarda nuovi corsi che gli spazi, che in certi casi dovranno essere adeguati alle nuove esigenze. Siamo felici di aver trovato l’appoggio di tutti i consiglieri e dei soci, che sposano a pieno gli obiettivi di Apro: secondo il bilancio sociale, realizzato in collaborazione con l’azienda Deloitte, ogni euro investito nell’ente di formazione genera un euro e 80 centesimi di ritorno sul territorio, una dinamica positiva ormai consolidata da anni».

Le iscrizioni all’anno scolastico 2021-2022 reggono

Come sono andate le iscrizioni al nuovo anno scolastico? Spiega Antonio Bosio, direttore di Apro: «Fino a oggi, abbiamo ricevuto circa un centinaio di iscrizioni, piuttosto in linea con gli altri anni, anche se c’è da prendere in considerazione il calo demografico e soprattutto il fatto che l’orientamento on-line non abbia agevolato una realtà come la nostra, che è necessario vedere dal vivo per comprendere a pieno. Ma da precisare c’è soprattutto che, a differenza degli istituti superiori, le iscrizioni ad Apro non si esauriscono a gennaio, ma rimangono aperte tutto l’anno. E, come accade da sempre, riceviamo nel corso dei mesi le iscrizioni di ragazzi che hanno rivisto la loro scelta e che decidono quindi di frequentare la nostra scuola».

f.p.

Banner Gazzetta d'Alba