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Gestione pubblica dell’acqua ancora bloccata dai ricorsi

ACQUA Cogesi ancora al palo. La società pubblica che, in base alla decisione dei sindaci del Cuneese, è chiamata a gestire il servizio idrico integrato per i prossimi trent’anni, è in attesa della decisione definitiva del Tribunale superiore delle acque di Roma, chiamato a esprimersi sul ricorso dei Comuni che preferirebbero una soluzione mista pubblico-privata.

Sono due le ipotesi sul tavolo per uscire dallo stallo. Se il ricorso non sarà accolto, tutte le società che oggi operano in provincia di Cuneo dovranno confluire in Cogesi. Se il ricorso venisse invece considerato si ripartirebbe daccapo, con una spaccatura dell’Ato (Ambito territoriale ottimale) in due settori: il Cuneese da un lato e parte di Langa, Roero e Monregalese dall’altro. La divisione viene caldeggiata dai sindaci “dissidenti” e ha una logica: la gestione si è mostrata virtuosa sia da parte della macchina pubblica nei dintorni di Cuneo che di quella mista altrove, come nell’Albese, con una qualità dell’acqua superiore alla media nazionale e prezzi tra i più bassi d’Italia.

Nella Cogesi sono peraltro già entrate le società pubbliche Acda (60% delle quote), Sisi (30%), acquedotto delle Langhe, Infernotto e Calso (complessivamente 10%). Queste società garantiscono il servizio nel 60% dei Comuni dell’Ato cuneese e hanno già completato la fusione. Si tratta di 153 Municipi su 247: 103 gestiti da Acda, 22 da Calso, 2 da Infernotto acque e 26, nella nostra zona, da Sisi.
Per il resto – ossia quei Comuni in cui il ciclo idrico è gestito da società miste pubblico-private facenti capo ad Aeta e Tecnoedil, del gruppo Egea e quindi partecipata dal pubblico – la situazione resta da decifrare, dipendente dalla decisione del Tribunale superiore delle acque.

Se il ricorso non sarà accolto le società dovranno essere incorporate, alla scadenza della concessione in essere, in Cogesi, con una difficile operazione di messa in liquidazione e fusione che, secondo i sostenitori della soluzione pubblico-privata, avrà costi ingenti per i contribuenti. Per contro, per i promotori dell’idea di un’unica società pubblica provinciale la nuova organizzazione porterebbe in pochi anni a importanti benefici in termini di risparmio.

È, inoltre, aperto un interrogativo. Che sarà dei lavoratori oggi impegnati nelle altre società del ciclo idrico integrato con la nascita della nuova società unica pubblica? Saranno costretti a trasferirsi a Cuneo, sede di Cogesi? La preoccupazione è forte, nonostante le rassicurazioni. Più volte è stato peraltro garantito che non vi saranno tagli o spostamenti di personale.

E, mentre l’incertezza aumenta, l’Ato provinciale rischia di perdere decine di milioni di fondi statali per il miglioramento del sistema acquedottistico, non avendo una situazione definita.

Foglino, presidente Sisi: serve una reale volontà politica

Gestione pubblica dell’acqua ancora bloccata dai ricorsi
Franco Foglino

ALBA Franco Foglino, presidente di Sisi (Società intercomunale servizi idrici), ha scritto ai sindaci del nostro territorio: «Come tutte le attività, anche la nostra è stata condizionata dalla pandemia, ma abbiamo saputo far fronte alle difficoltà con impegno, professionalità e senso del dovere. Abbiamo portato avanti gli investimenti, secondo il piano sottoposto all’assemblea. Nel 2020 è entrato in funzione il nuovo cogeneratore nello stabilimento di Canove di Govone e sono stati avviati i bandi per 3 milioni di opere. Il processo di accorpamento delle società pubbliche della provincia in Cogesi procede, con le difficoltà legate ai ricorsi giudiziari e alla necessità di concordare una modalità di funzionamento della società consortile che impone verifiche, approfondimenti legali e volontà politica, sempre difficile da realizzare. In questo contesto, come avevo accennato nel corso dell’assemblea di Sisi, su richiesta dell’Anac abbiamo apportato una modifica allo statuto di Cogesi per consentire ai piccoli Comuni una rappresentanza significativa e un controllo analogo. Mi auguro che il 2021 veda tradotto in fase operativa il problema dell’affidamento della concessione del servizio idrico integrato del Cuneese, così da poter realizzare quelle sinergie tra le società pubbliche che ci permetteranno di migliorare ancora la nostra efficienza».

Marcello Pasquero

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