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Gola: il Covid-19 ha congelato lo sprint d’impresa

Camera di commercio Cuneo, in un anno perse 408 imprese

ECONOMIA Il tessuto imprenditoriale cuneese nel 2020, l’anno della crisi da Covid-19, ha sofferto. Lo certifica la Camera di commercio, comunicando i dati sul numero d’iscrizioni e cessazioni di attività negli ultimi dodici mesi. Tra gennaio e dicembre dello scorso anno, sono 2.944 le nuove iniziative imprenditoriali nate nella Granda, 584 in meno rispetto al 2019, pari a un calo del 16,6 per cento. Sul fronte delle cessazioni, sono state 3.352, 796 in meno rispetto al 2019, pari al 19,2 per cento: incrociando i dati, emerge un saldo negativo di 408 unità, cioè un tasso di crescita dell’imprenditoria locale pari a -0,61 per cento.

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Mauro Gola, presidente di Confindustria Cuneo

Si tratta di un dato negativo, più critico rispetto a quello regionale, pari al -o,23 per cento. E anche rispetto alla media italiana, che chiude il 2020 con segno positivo e un tasso di crescita delle imprese dello 0,32 per cento.

Si registra, peraltro, un evidente rafforzamento del sistema imprenditoriale, con un aumento delle società di capitali, che rappresentano il 13 per cento delle aziende della Granda, con un tasso di variazione positivo del 2,25 per cento, ma non si può dire lo stesso delle ditte individuali, che chiudono con un -1,08 per cento e che rappresentano il 62,5 per cento delle imprese cuneesi. Chiudono in negativo anche le società di persone, con -1,03 per cento. Se si guarda invece ai settori, il trend è del tutto negativo, a partire dal commercio, che paga le maggiori conseguenze della crisi, con un tasso di variazione delle imprese pari al -1,59 per cento. Seguono l’industria, con il -1,38 per cento, e il -1,33 per cento delle aziende agricole, che rappresentano a fine anno il 28,8 per cento delle aziende cuneesi registrate alla Camera di commercio, la quota percentuale più elevata. Dato negativo anche per le costruzioni, che perdono lo 0,61 per cento, nonostante gli incentivi previsti a livello nazionale.

Tra le eccezioni, il segnale più incoraggiante arriva dalle imprese riconducibili al turismo, che rappresentano il 6 per cento delle attività cuneesi: nonostante la crisi e l’incertezza per il futuro, chiudono il 2020 con incremento del 2,04 per cento rispetto all’anno precedente, un dato migliore rispetto allo 0,74 per cento registrato a livello regionale. Le spiegazioni possono essere diverse, a partire dalla percezione da parte degli operatori dei segnali positivi della stagione estiva, che ha visto numeri incoraggianti per la montagna e per tutto il comparto dell’outdoor, che caratterizza l’area di Langhe, Roero e Monferrato.

Positivo risulta anche il dato degli altri servizi, che raggruppano il 23 per cento delle imprese locali, che chiudono con un +1,07 per cento. Commenta Mauro Gola, presidente della Camera di commercio di Cuneo: «Questa crisi è caratterizzata da un’estrema velocità di diffusione, rendendo evidente il bisogno di un mutamento del modello da parte delle aziende in tempi molto rapidi: di fronte alla crescente complessità dei mercati, sarà fondamentale essere più flessibili e digitali».

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ECONOMIA Il commercio è uno dei settori che ha sofferto di più nel 2020, a causa del lockdown prolungato e delle aperture a singhiozzo, che hanno tolto ai negozi giorni di lavoro. Facciamo il punto sulla situazione con Giuliano Viglione, presidente dell’Associazione commercianti albesi.

Giuliano Viglione
Giuliano Viglione

Viglione, qual è il bilancio del commercio ad Alba nell’anno del Covid-19?

«Secondo i dati forniti dagli uffici comunali, chiudiamo con un bilancio praticamente in pari, anzi in positivo di due unità, con 32 nuove aperture e 30 chiusure. In questi numeri, sono compresi anche i 15 subingressi, cioè attività per le quali si è registrato il cambio di gestione. Il dato complessivo potrebbe essere rivisto, in presenza di eventuali chiusure a fine anno, dal momento che servono 30 giorni di tempo per cessare ufficialmente l’attività, ma questa è la situazione finora. Se questi sono i dati sul commercio al dettaglio, sul fronte dei pubblici esercizi non ci risultano chiusure. Possiamo dire che il bilancio non è positivo, ma è migliore rispetto alle aspettative: il tessuto cittadino sta tenendo, ma è difficile pensare che sarà così per altri mesi, se questa situazione dovesse prolungarsi».

Francesca Pinaffo

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