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I lupi stanno scendendo in collina e nelle aree di pianura

I lupi stanno scendendo in collina e nelle aree di pianura 1

IL CASO Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo, ha parlato di un vero e proprio allarme riguardo alla presenza dei lupi in Piemonte, e in particolare nel nostro territorio: «I recenti avvistamenti di lupi che circolano alle porte di paesi di media collina, quando non di pianura, pongono con urgenza all’attenzione di tutti il proliferare pressoché incontrollato di questa specie animale sul nostro territorio. Un problema sempre più grave non solo per i danni che gli attacchi provocano alle attività zootecniche, ma anche per il potenziale rischio arrecato alla sicurezza dei cittadini».

Che la situazione sia cambiata negli ultimi tempi lo conferma anche Giuseppe Canavese, direttore delle aree protette delle Alpi marittime e responsabile del centro grandi carnivori istituito dalla Regione, nonché responsabile del progetto Life WolfAlps Eu. «Monitoriamo i lupi dal 1994. Oggi hanno ricolonizzato, oltre all’arco alpino piemontese, anche aree collinari e fasce fluviali di pianura. Un branco arriva ad avere un territorio di oltre 25 chilometri quadrati. In questo periodo, con la neve, seguono con più facilità le strade alla ricerca di prede. Gli animali di un anno di età hanno iniziato la dispersione in cerca di nuovi territori e sono capaci di muoversi anche per 100 chilometri al giorno. Siccome sulla neve fanno fatica, seguono le strade e così può capitare di vederli anche nei pressi dei centri abitati».

Prosegue Canavese: «Noi cerchiamo di avere una visione super partes. Vogliamo soprattutto tutelare i pastori e chi ha un’attività in montagna. È innegabile che gli avvistamenti siano aumentati e che i lupi si trovino in luoghi dove non eravamo abituati a vederli. Non mancano gli avvistamenti nelle Langhe». La convivenza tra uomo e lupo, secondo Canavese è possibile: «Stiamo lavorando alacremente con tutte le persone e gli enti interessati nel progetto Life WolfAlps Eu, con l’aiuto della Regione, che ha promosso anche un sistema di indennizzi più rapidi per i danni al bestiame e sta sollecitando l’approvazione del Piano nazionale di gestione della specie».

Conclude Canavese: «È naturale che in questi ultimi anni sia cambiata la cultura della pastorizia. Se prima gli animali potevano essere lasciati liberi senza problemi, oggi bisogna governare le greggi e prevenire i danni con appositi sistemi, con il confinamento notturno e con l’ausilio dei cani, ma anche su questi aspetti stiamo dialogando e aiutando gli addetti ai lavori. Ci stiamo muovendo per dare un aiuto concreto ai pastori, coscienti che i loro problemi sono molti ed enormi, come quelli della montagna. Il lupo ha rappresentato la goccia che ha fatto traboccare il vaso e che ha portato alla luce tutti i loro problemi».

La coesistenza tra uomo e lupo è uno dei cardini del progetto Life WolfAlps Eu: fino al 2024 vi partecipano 19 partner (non soltanto italiani, ma anche sloveni, francesi e austriaci), oltre a cent0 istituzioni di supporto. Grazie a questo progetto si organizzano azioni concrete per puntare alla conservazione della specie: dalla prevenzione degli attacchi agli animali domestici al contrasto delle uccisioni illegali, dalla valorizzazione del lupo (anche in chiave ecoturistica) al controllo dell’ibridazione, dalla comunicazione ad ampio raggio, all’organizzazione di workshop per poter coordinare la gestione alpina, passando anche per un monitoraggio della specie, condotto grazie al coordinamento tra i numerosi soggetti internazionali. Il budget complessivo del progetto è di circa 11 milioni di euro. Le aree protette delle Alpi marittime, soggetto beneficiario coordinatore di Life WolfAlps con un budget di circa 2 milioni di euro, hanno previsto di dedicarne circa il 45 per cento al supporto agli allevatori, all’acquisto di sistemi di prevenzione e ad altre azioni di supporto alla pastorizia. In questi mesi è anche in corso il monitoraggio, coordinato dall’Ispra a livello nazionale, che fornirà un quadro reale della presenza della specie sul territorio piemontese: gli ultimi dati disponibili erano riferiti al 2018.

Daniele Vaira

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