Il sito Acna in pole position per la realizzazione del carcere

Il sito Acna in pole position per la realizzazione del carcere

VALLE BORMIDA Mancano ancora pronunciamenti ufficiali, ma dopo i sopralluoghi della scorsa settimana sembra prendere consistenza la possibilità di realizzare un carcere nel sito Acna. I funzionari del Ministero della giustizia e un rappresentante del Provveditorato opere pubbliche (organismo che fa capo al Ministero delle infrastrutture) hanno ispezionato quattro aree a Cengio, due appartenenti a Eni Rewind e due in altre zone del paese. Stando a quanto è trapelato, la più idonea sembra essere la zona A2, che occupa oltre 20 ettari dell’ex stabilimento chimico ed è destinata al riutilizzo fin dall’avvio, vent’anni fa, dei lavori di bonifica. Il sindaco di Cengio Francesco Dotta afferma: «L’impressione che abbiamo avuto è che la zona A2 sia quella che si presta meglio alla realizzazione del carcere. Lo spazio è sufficiente, l’area è servita dalla ferrovia, con la stazione a 150 metri dalla portineria dell’ex Acna, è dotata di sottoservizi e di muri di contenimento dalle piene del Bormida». Prosegue il sindaco di Cengio: «Ritengo che la realizzazione del carcere sarebbe una vittoria per Cengio, per la Valle Bormida e per lo Stato, che ha investito somme ingenti per l’area. Sarebbe la dimostrazione che, da un elemento negativo, può nascere qualcosa di positivo per la collettività». Per quanto riguarda la possibile presenza di inquinanti nel sottosuolo, Dotta taglia corto: «L’area A2 è bonificata e certificata», affermazione che trova conforto anche nelle parole dell’ex commissario Leoni nel box sulla destra.

Meno adatta al progetto è parsa invece la zona di Pian Rocchetta, al confine con il Piemonte, appena fuori dal sito Acna. Spiega Luciano Grignolo, sindaco di Saliceto, Comune nel quale ricade parte dell’area: «L’ipotesi è stata scartata, la strada è stretta, mancano i servizi e la zona è esondabile». Anche il primo cittadino di Saliceto vedrebbe bene la costruzione del carcere nell’ex fabbrica dei veleni: «Sono favorevole, mi pare una soluzione fattibile e positiva dal punto di vista occupazionale e ambientale. Anche gli altri sindaci della valle sono favorevoli».

Toni molto ottimistici sono stati usati dal presidente della Provincia di Savona Pierangelo Olivieri che, in un comunicato riportato dal sito istituzionale dell’ente, afferma: «La lunga attività di bonifica ha raggiunto risultati importanti. Dunque c’è la disponibilità di un’area che si presta in maniera particolare, perché è totalmente pianeggiante, è dotata di immobili che potrebbero essere a uso ufficio e di collegamenti viari, ferroviari e autostradali che sono stati apprezzati dai funzionari».

Il giorno seguente, il sopralluogo ha interessato tre siti di Cairo Montenotte, uno dei quali riguarda parte dell’ex stabilimento Ferrania. Olivieri ha parlato di «due giorni di attività molto costruttiva» e ha annunciato: «Siamo d’accordo di tenerci in contatto con un tempo di scadenza di almeno un mese per l’elaborazione dei dati ricavati da questi giorni di lavoro».

Uno che conosce bene il sito è Stefano Leoni, commissario per la bonifica dal 1999 (anno della chiusura dell’Acna) al 2005. È stato sotto la sua gestione che sono stati effettuati i carotaggi dell’area, che individuarono oltre 200 inquinanti nel sottosuolo. «Tendenzialmente un carcere può essere compatibile con il sito di Cengio e nell’area A2 si possono effettuare scavi senza problemi particolari», afferma Leoni, che prosegue: «L’impianto di depurazione potrebbe ridurre lo spazio disponibile. Il problema può essere la manutenzione. L’attività di bonifica richiede interventi di controllo nel tempo, che possono anche essere di tipo strutturale, e la presenza di un carcere prevede misure di sicurezza e accessi limitati nel sito. Potrebbe essere difficile conciliare le due cose»

Corrado Olocco

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