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Le restrizioni non si allentano almeno fino a Pasqua

Covid: in Piemonte 639 positivi, continua l’aumento dei ricoverati 1

COVID La variante inglese, a maggior diffusione, sarà presto prevalente. L’Rt si appresta a superare la soglia 1. Le terapie intensive in 5 regioni sono sopra la soglia critica del 30%. Con questi dati, «non ci sono le condizioni per allentare le misure di contrasto alla pandemia»: è netto il ministro della salute Roberto Speranza nel ribadire al Parlamento la linea della prudenza che prevede un nuovo provvedimento che sarà in vigore dal 6 marzo fino a martedì 6 aprile coprendo anche le vacanze di Pasqua. Per una definizione del nuovo Dpcm si attendono i dati del monitoraggio settimanale del venerdì.

I numeri di mercoledì 24 indicano un nuovo balzo dei positivi: in Italia sono 16.424 contro i 13.314 del giorno precedente. Calano le vittime: 318 contro 356, mentre il tasso di positività sale al 4,8% (+0,4%) e i malati intubati sono 11 in più. Il Bresciano – da ieri in arancione rafforzato – fa segnare il picco di contagi, con 901 casi. Altri Comuni entrano in zona rossa e l’Alto Adige estende fino al 14 marzo il lockdown duro.

Speranza offre una prospettiva positiva: si vede «finalmente la luce in fondo al tunnel». Il Covid, grazie alla progressione della campagna vaccinale, «può essere arginato». Ma, avverte, «in questo ultimo miglio non possiamo assolutamente abbassare la guardia. Non ci sono oggi le condizioni epidemiologiche per allentare le misure di contrasto». Sottovalutare i rischi, dice il ministro, porterebbe a «una nuova diffusione incontrollata del contagio, che metterebbe nuovamente in crisi i nostri ospedali e renderebbe più difficile la nostra campagna di vaccinazione». Ecco perché, osserva, «sarebbe un grave errore se all’improvviso, senza una chiara evidenza scientifica», ci fosse un cedimento delle prescrizioni adottate. La strada è invece quella di continuare a differenziare le misure sul pano regionale, agendo in modo proporzionale alla situazione di contagio di ciascun territorio: strategia che «ci ha permesso finora di non ricorrere ad altri lockdown generalizzati».

L’emergere delle varianti condizionerà la campagna vaccinale e dunque vanno tenute sotto controllo. Proprio negli ultimi giorni è stata segnalata, da parte di cinque Regioni la necessità di 25 zone rosse per contenere focolai. Si tratta, evidenzia Speranza, di «misure restrittive indispensabili», pur nella consapevolezza che comporteranno sacrifici. In proposito il titolare della Salute ha assicurato che il Governo è impegnato a promuovere «congrui ristori» per le attività colpite. Ma la bussola nella scrittura del nuovo Dpcm sarà «il principio di tutela e salvaguardia del diritto fondamentale alla salute», perché «non ci può essere vera crescita, senza sicurezza sanitaria».

Nella Gazzetta ufficiale, intanto, è stato pubblicato il decreto legge che proroga il divieto di spostamenti tra le regioni fino al 27 marzo, consentendo comunque «il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione».

Oggi, giovedì 25, Speranza e la ministra degli affari regionali Mariastella Gelmini, si confronteranno con Regioni, Province e Comuni sulle nuove misure da adottare. Una riunione che arriva a poche ore dalla sentenza con cui la Consulta – accogliendo il ricorso del governo contro la legge anti Dcpm della Valle d’Aosta – ha stabilito che spetta allo Stato, non alle Regioni, determinare le misure necessarie al contrasto della pandemia. Dai territori comunque sale forte la richiesta di inserire nei provvedimenti anche i ristori per le attività economiche che vengono temporaneamente colpite dalle chiusure. L’apertura dei ristoranti a cena viene invocata dalla leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. Insiste sulla linea “aperturista” Matteo Salvini: «credo che un ritorno alla vita e all’attività di categorie chiuse da troppo tempo – osserva – sia un’idea condivisa con il presidente Draghi. Salute e lavoro non sono su piani separati: a rischio due milioni di posti di lavoro. Ci rendiamo conto del problema?». Nessuna marcia indietro del governatore Dem dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, che ieri aveva appoggiato la posizione del leader leghista. «Quando il ministro Franceschini, che mi sembra faccia ancora parte del Pd – ricorda – ha proposto, quando potrà essere consentito, di riaprire non solo i musei, ma anche cinema e teatri, fa una proposta di buon senso». Anche il sindaco di Firenze Dario Nardella, invita a riaprire i ristoranti la sera.

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