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Acqua pubblica nel Cuneese, respinti i ricorsi dei privati

Servizio idrico: il “Alpi Acque” e “Alse” sulla gestione delle società miste

TORINO Il tribunale superiore delle acque di Roma, con due sentenze, ha respinto i ricorsi di tre società private sulla gestione pubblica in provincia di Cuneo del ciclo idrico integrato, affidata nel 2019 a Cogesi, società voluta dall’Autorità d’ambito Ato4. I ricorsi erano stati presentati da Aeta (che riunisce i gestori privati Tecnoedil, Alpi Acque, Alse, tutte partecipate dal gruppo Egea di Alba) contro l’Ato4, organo di governo del ciclo dell’acqua dove siedono rappresentanti di tutta la provincia.

Il tribunale di Roma, le cui sentenze sono inappellabili, ha spiegato che non è più possibile la proroga delle concessioni scadute nel 2017 e ha stabilito che è legittima la delibera del 2019, che affidava a Cogesi la gestione di acquedotti, fognature e depurazione e captazione per 590 mila abitanti della Granda e decine di migliaia di imprese.

«Con la sentenza 30 del 2021 il Tribunale ha respinto i due ricorsi, confermando la legittimità del percorso politico, tecnico e amministrativo, oltre al lavoro svolto dall’Ato4», spiega il presidente dell’Ato4 e sindaco di Saluzzo Mauro Calderoni. «I giudici hanno ritenuto non sindacabile nel merito la scelta di un unico gestore pubblico, non ravvisando errori o censure nella costruzione amministrativa e tecnica della società unica consortile».

Martinetti (M55): «Felice che l’acqua resterà un bene amministrato dal settore pubblico»

«Ci voleva una sentenza del Tribunale superiore delle acque di Roma per riaffermare un principio sacrosanto: l’acqua in provincia di Cuneo deve rimanere saldamente in mano pubblica», commenta Ivano Martinetti, consigliere regionale M5s. «È quanto abbiamo sempre detto, ripetuto e sostenuto per anni. Talvolta anche in completa solitudine, con una fetta di politica cuneese decisamente più tiepida nel difendere la volontà dei cittadini italiani che nel referendum del 2011 si espressero nettamente (95%) contro la cosiddetta “privatizzazione dell’acqua”.  Appena l’anno scorso taluni ambienti politici, anche regionali, avevano tentato un blitz per spacchettare l’Ato4 della Provincia di Cuneo per destinarne una parte agli interessi privati. Un tentativo subito denunciato dal Movimento 5 stelle e portato in Consiglio regionale attraverso un’interrogazione. Ora questa sentenza mette ordine a una vicenda che si è già dilungata per troppi anni. Siamo felici che l’acqua, anche in Provincia di Cuneo, resterà un bene amministrato dal settore pubblico».

Comuneroero: «Ora si recuperi il tempo perduto e si completi celermente il processo di pubblicizzazione»

«Sono anni che ci battiamo affinché la gestione dell’acqua della provincia di Cuneo sia interamente pubblica, in linea con la decisione dalla maggioranza del 76% dei Comuni della provincia del marzo del 2019 e con il risultato del referendum del 2011, quando oltre l’80% del Roero votò a favore», scrive Cesare Cuniberto, presidente dell’organizzazione di volontariato Comuneroero.

«Dopo anni di ricorsi avviati in primis dal privato Tecnoedil e supportati da alcuni Comuni del Roero dissidenti, finalmente è arrivata la prima buona notizia. Il Tribunale delle acque di Roma si è espresso su due dei primi quattro ricorsi, dando piena ragione all’Ente d’ambito cuneese, in particolare su un punto fondamentale: l’affidamento in house a Cogesi, la società provinciale interamente pubblica.

L’ostruzione del privato e di alcuni sindaci del Roero, rappresentati prima dal sindaco di Canale e poi da quello di Sommariva Perno, hanno ostacolato il processo di pubblicizzazione in ogni modo, contro gli interessi della collettività e senza tener conto dell’opinione della maggioranza dei cittadini.

Riportiamo alcuni gravi fatti occorsi nell’ultimo anno:

Lunedì 27 luglio 2020: si è tenuta una importante Conferenza d’ambito per approvare il valore residuo (Vr), passo indispensabile per consentire a Cogesi di procedere con i subentri alle gestioni miste, quindi anche a Tecnoedil. Il rappresentante del Roero chiese di inserire una clausola che vincolasse ad atti successivi il decorso della tempistica di subentro.

Venerdì 11 settembre 2020: La Conferenza dell’Ente ambito cuneese ha assunto un’importante delibera in merito alla richiesta di fondi nazionali per il miglioramento e il potenziamento del sistema acquedottistico della Provincia di Cuneo. I gestori pubblici hanno assolto il compito, i privati uscenti (incluso Tecnoedil) hanno risposto di non sentirsela di programmare interventi così importanti in quanto il loro periodo gestorio era al termine. In questo modo hanno contribuito a depotenziare il territorio gestito, in quanto per accedere ai fondi serviva l’impegno del gestore uscente attuale circa l’attuazione ed il cofinanziamento degli interventi (circa il 30%) in aggiunta ai finanziamenti elargiti dallo Stato. Questo passaggio formale che alcuni dei gestori uscenti, sostenuti dai loro sindaci (che includono il Roero), non hanno voluto sottoscrivere potrebbe far svanire la possibilità di importanti finanziamenti per una parte del Cuneese per circa 49 milioni di euro.

Lunedì 12 ottobre 2020: la Conferenza d’ambito ha deliberato di costituirsi in giudizio contro il nuovo ricorso presentato da Tecnoedil e dagli altri privati per l’annullamento della delibera di Egato4 del 27 luglio 2020 che approvò il valore residuo. Durante la conferenza, prima della votazione, ha chiesto la parola il sindaco di Sommariva Perno  preannunciando la sua astensione e chiedendo il ricalcolo delle quote per vedere se esisteva ancora il numero legale. Con un po’ di difficoltà si sono conteggiate il 74% di quote votanti. Nel caso fosse mancato il numero legale, di fatto si sarebbe impedito a Egato4 di difendersi contro Tecnoedil.

Desideriamo stigmatizzare il comportamento scorretto del rappresentante del Roero in queste tre recenti e importanti circostanze che si aggiungono a comportamenti altrettanto sconvenienti assunti negli anni precedenti: tutti gli amministratori del Roero e i cittadini devono essere informati delle decisioni dei nostri amministratori.

Rivolgiamo ora un appello ai nostri amministratori affinché si recuperi il tempo perduto e ci si adoperi affinché Cogesi sia messa in condizioni di lavorare per completare celermente il processo di pubblicizzazione interrotto».

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