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Consulta delle famiglie: «Non condividiamo la protesta in piazza in contrasto con le norme della zona rossa»

Anche ad Alba si dice NO alla didattica a distanza 8

ALBA «Nel nostro Comune il numero di positivi al Covid-19 è raddoppiato nelle ultime due settimane e ancora non si avverte il beneficio delle chiusure attuate in ottemperanza del decreto legge del 13 marzo 2021, numero  30, né dal punto di vista dei contagi, né da quello dell’alleggerimento della pressione sul sistema sanitario» scrive in una lettera Silvia Calzolaro presidente della Consulta delle famiglie della città di Alba.

La missiva prosegue: «La Dad è deleteria sotto molti punti di vista, tuttavia nella situazione attuale dell’epidemia il Cts e il Governo ritengono la salute pubblica e la scuola in presenza non compatibili. Il nostro appoggio e la nostra vicinanza vanno dunque senza riserve a tutte le famiglie che stanno affrontando questa ennesima difficoltà con coraggio, pazienza e senso di responsabilità nei confronti dei bambini e della collettività intera.

I bambini, ne siamo tristemente consapevoli, stanno pagando alla pandemia un prezzo enorme ed è responsabilità di tutti gli adulti coinvolti nel processo educativo quella di aiutare i più piccoli, e tra questi soprattutto coloro che presentano maggiori fragilità, a vivere la Dad con relativa serenità. In questa direzione intende muoversi la Consulta, alla ricerca di azioni e iniziative che possano minimizzare l’impatto negativo della Dad sui bambini e sulle famiglie, evitando al contempo la dispersione scolastica e l’isolamento sociale che questa comporta.

Condotta auspicabile e idonea, al fine di dover sopportare i disagi della Dad il meno possibile, è attenersi scrupolosamente alle restrizioni imposte per il contenimento dei contagi, con l’obiettivo di decongestionare le strutture sanitarie e permettere alle vaccinazioni di proseguire in maniera spedita.

Pertanto la Consulta non può in alcun modo avallare comportamenti in contrasto con le norme vigenti, che limitano la possibilità di allontanamento dalla propria residenza a comprovate esigenze di lavoro, salute, necessità o urgenza, all’interno delle quali sicuramente non rientra la protesta di piazza contro la Dad, pur se condotta mantenendo il distanziamento e indossando i dispositivi di protezione».

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