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Il Piemonte riscrive le regole per la cura del Covid-19 al domicilio

Il Piemonte riscrive le regole per la cura del Covid-19 al domicilio

COVID Il Piemonte è la prima regione in Italia a rivedere ufficialmente gli schemi per la cura dei pazienti Covid al domicilio, con l’obiettivo di trattare la patologia fin dall’esordio e evitare così il peggioramento del quadro clinico, con il conseguente trasferimento del paziente in ospedale.

Se lo scorso dicembre l’Agenzia italiana del farmaco aveva pubblicato un documento nel quale raccomandava una fase di “vigile attesa”, con il semplice paracetamolo per i pazienti con sintomatologia lieve, il Tar nei giorni scorsi ha accolto l’istanza cautelare presentata dal gruppo “Comitato cura domiciliare Covid-19”, che si erano opposti al Ministero della salute e all’Aifa chiedendo libertà di scelta sui farmaci da adottare nella terapia.

A seguito della pronuncia, il Piemonte ha così rivisto il protocollo per la cura domiciliare, che vede in prima linea le Unità speciali di continuità assistenziale, i medici di medicina generale o i pediatri di libera scelta. Così, accanto alle armi tradizionali utilizzate da sempre – eparina, steroidi e antibiotici –, sono stati introdotti anche la
vitamina D, gli antinfiammatori non steroidei e l’idrossiclorochina, dopo che il Consiglio di Stato ne ha consentito la prescrizione, sotto stretto controllo del medico.

Per quanto riguarda il legame tra Covid-19 e vitamina D, sia nella prevenzione che nelle complicanze della patologia, oggi esistono 300 lavori che lo provano, da cui se ne deduce il beneficio.

F.P.

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