Abitare il piemontese: scopriamo il significato del termine euv

Tutti abbiamo un amico Blagheuȓ: scopriamo il significato di questo termine

ABITARE IL PIEMONTESE L’uovo, la cellula più grande che esista. Un prodotto animale, ingrediente, simbolo, prelibatezza, metafora, oggetto sartoriale. È questa la parola della settimana che ci conduce alla Pasqua. Come si declina l’uovo in ambito tradizional-popolare piemontese? Albume e tuorlo sono bianch e ross; l’euv galà è fecondato, l’euv duȓ è sodo e il ciocon è marcio. Alcuni formidabili modi di dire hanno fatto dell’ovum latino e poi piemontese, un protagonista di proverbi. I-i è nen n’euv c’ho cioca nen, ricorda che nessuno è esente dal vizio; fè ‘n bel euv significa compiere un magro affare, mentre il suo contrario è fé n’euv con doi ross (fare un uovo con due rossi). Quando poi, fieri di un bel voto a scuola si corre a dirlo ai genitori: ȓ’heu pià neuv! (ho preso nove!), la risposta era “n’euv o ȓ’è mej che na siola” (un uovo è meglio di una cipolla), per l’assonanza tra le due parole. Così, ogni anno il 9 marzo vien fuori la battuta: n’euv màrs, un uovo marcio.

Bisogna citare il grande fenomeno che radunava le comunità paesane di Langa e Roero: canté j’euv! Oltre ai canti e la raccolta delle uova di cascina in cascina, la ricorrenza era soprattutto il modo in cui ci si ritrovava finalmente all’aperto, dopo il lungo inverno. Un momento tradizionale di condivisione, dove la rinascita primaverile corrispondeva alla rinascita della vita sociale. L’uovo è il simbolo della Pasqua, a cominciare dalla torta Pasqualina.

Come fu una sorpresa trovare il sepolcro vuoto, così anche l’uovo vuol suscitare una sensazione sorprendente. Ma ci credereste che l’uovo di Pasqua, quello di cioccolato, è stato inventato in Piemonte? Dopo i primi prototipi scoraggianti dei cugini d’Oltralpe, fu la signora Giambone, titolare di una bottega torinese ad avere l’idea di riempire i gusci vuoti delle uova di gallina con cioccolato fuso. In Piemonte fu una proposta entusiasmante. Si dovrà però aspettare l’inizio del Novecento quando Casa Sartorio brevetta un sistema per modellare le forme vuote e successivamente inserirvi una sorpresa. Il successo dell’uovo di Pasqua diede origine a uno dei dolci più amati dai bambini (e non solo). Si narra che Michele Ferrero abbia detto ai suoi collaboratori di voler dare ai più piccoli la meraviglia della Pasqua ogni giorno. Nacquero così ad Alba nel 1974 quelli che oggi sono gli ovetti più famosi al mondo. Anche per questo motivo in Italia, al contrario di altri paesi, l’uovo è diventato un simbolo pasquale. Buona Pasqua!

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