Caritas di Bra: le richieste di aiuto continuano ad aumentare

BRA Ha le porte sempre aperte, per accogliere chi sta affrontando con gravi difficoltà – non solo economiche – questo tempo di pandemia, che sembra non volere finire mai. È conosciuta dai braidesi (e non solamente) come la Cittadella della carità e si estende nell’ampia area localizzata a fianco della parrocchia di San Giovanni, affacciandosi parzialmente su via Vittorio Emanuele e occupando il retro dell’edificio sacro. Al suo interno molteplici le realtà che convivono: il centro d’ascolto, la mensa dell’incontro, il market solidale e un orto sociale.

Caritas di Bra: le richieste di aiuto continuano ad aumentare
L’emporio solidale è gestito da una quarantina di volontari

A coordinare la Caritas interparrocchiale è Claudia Alessandri, una donna giovane e molto dinamica, che racconta: «Le famiglie incontrate al centro di ascolto sono 212, mentre sono 277 quelle che accedono ordinariamente all’emporio; sono almeno 20 le persone che frequentano quotidianamente la mensa dell’incontro». Dati significativi, che spiegano come la nuova povertà braidese è descritta da numeri, il cui trend è costantemente in crescita. «È aumentato il numero delle persone che chiedono di mangiare in mensa, oppure di essere aiutate a pagare affitto e utenze», continua Claudia Alessandri, «o che si rivolgono a noi per essere aiutati a pagare la quota minima del fondo sociale (al riguardo si vedano anche gli articoli a pag. 34, ndr), per chi abita nelle case popolari. Questo perché le quote minime si sono alzate, a causa del reddito di cittadinanza percepito dalle famiglie, le quali adesso si ritrovano a dover versare somme da 900 a mille euro annuali, al posto dei soliti 480. E tanti non sanno dove reperire questo denaro».

Un dato molto significativo è quello che racconta l’attività dell’emporio solidale, gestito da una quarantina di volontari: solo nel primo trimestre dell’anno sono state servite 277 famiglie, di cui due terzi hanno minori a carico. Le merci distribuite vengono acquistate all’ingrosso, grazie anche a un contributo del Comune; il resto invece viene recuperato dal non venduto o tra i prodotti prossimi alla scadenza, nella grande distribuzione e nei negozi al dettaglio. L’orto sociale ha una grossa valenza, permettendo a 10 beneficiari di essere inseriti in attività, coadiuvati da una dozzina di volontari.

Valter Manzone

Il centro d’ascolto dà sostegno ai più deboli

«Stiamo notando come siano aumentate le persone che non si erano mai rivolte al centro di ascolto e che sono arrivate perlopiù a causa del Covid-19: sono 36 le nuove famiglie che abbiamo incontrato per la prima volta nel corso dei primi tre mesi dell’anno». Parola di Claudia Alessandri, direttrice della Caritas braidese, che dal suo osservatorio legge una realtà sociale spesso non conosciuta.

Il centro d’ascolto, parte integrante della Cittadella della carità, ha festeggiato da poco il suo quinto compleanno. In questi primi anni di attività ha già preso in carico oltre mille nuclei familiari, il 65 per cento dei quali sono costituiti da stranieri, mentre il restante 35 per cento sono italiani. Il Covid-19 ha incrementato il numero di utenti, che nella struttura trovano qualcuno disponibile a condividere le loro preoccupazioni e a cercare insieme soluzioni ai problemi più impellenti che la vita presenta quotidianamente.

Racconta una volontaria, che da tempo opera in questa realtà: «Il centro di ascolto si impegna ad accogliere, grazie all’opera di tanti volontari, i nuclei familiari che arrivano con diversi bisogni, sia di tipo economico sia relazionale». Tante le necessità, di diversa natura, quali visite mediche, compilazione dei moduli per il permesso di soggiorno o la ricerca della casa, orientamento per districarsi tra servizi sociali, Informagiovani e centro per l’impiego, che nel centro d’ascolto trovano soluzione.
Conclude un volontario: «Tra i vari servizi che vengono erogati in questo microcosmo cittadino, quella dell’ascolto è un’esperienza che ha come obiettivo di rimettere gli ultimi al centro della vita comunitaria».

v.m.

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