Ultime notizie

L’hotel Savona rinasce sotto il segno di Morra

ALBA Un percorso nel segno di uno dei più grandi ambasciatori dell’albesità nel mondo: Giacomo Morra. Ripartono dall’hotel Savona i nipoti Maria Teresa e Giampaolo Morra, con un progetto di riqualificazione del tempio dell’ospitalità albese.

Giacomo Morra acquisì il Savona nel 1926 per mille lire e in pochi anni la struttura divenne un punto di riferimento a livello nazionale e internazionale. Uomo semplice, di estrazione umile, Morra fu il primo a capire le potenzialità del tartufo bianco d’Alba come veicolo di promozione del territorio, ma al suo genio si devono anche l’invenzione del concetto di turismo enogastronomico, del cosiddetto catering e di quello che oggi chiamiamo “Km zero”: gran parte dei cibi che venivano consumati nel ristorante Savona arrivavano dagli orti e dalle stalle di proprietà.

L’hotel Savona rinasce sotto il  segno di Morra
I nipoti di Giacomo Morra, Maria Teresa e Giampaolo

I nipoti Giampaolo e Maria Teresa spiegano: «In famiglia si è sempre tramandato il racconto della vita di nonno Giacomo, nato a La Morra in una famiglia umile, con sette fratelli che ogni domenica si scambiavano il medesimo paio di scarpe per andare a Messa. Era la Malora raccontata da Beppe Fenoglio, da cui il nostro grande avo seppe bene affrancarsi». Il progetto prevede la realizzazione di un boutique hotel 4 stelle superior con oltre novanta stanze e una riqualificazione che riguarderà tutta la struttura e il bar. Le convenzioni per l’odierna attività sono infatti in scadenza e la proprietà intende realizzare i lavori di rinnovamento che progettava da tempo per ricollocare l’albergo Savona al centro dell’ospitalità albese e del territorio.

Aggiungono Maria Teresa e Giampaolo: «L’intenzione è di realizzare un hotel di qualità elevata, riportando il Savona al livello di un tempo, senza gli sfarzi che non sarebbero piaciuti a nonno Giacomo. L’ospite dovrà sentirsi come a casa. Contestualmente rinnoveremo anche lo storico bar, ma non è invece previsto un ristorante per essere concentrati al massimo sull’hotel».

Per la ristorazione i Morra junior pensano infatti di appoggiarsi al vicino Enoclub, ristorante tra i più noti e apprezzati del centro storico albese.

Il progetto impone coraggio e visione in un periodo ostico come l’attuale: «L’investimento è ingente; l’obiettivo è chiaro: far tornare l’albergo Savona un punto di riferimento ad Alba. Per questo sono in ballo cifre pesanti, cercando di guardare oltre il Covid-19, con la convinzione che presto migliaia di turisti torneranno a visitare la nostra città. Ad animarci è l’affetto per una struttura di famiglia e per il nonno Giacomo, che nell’hotel Savona verrà ricordato con almeno un ambiente a lui dedicato», concludono i nipoti dell’indimenticato Giacomo Morra.

Le ricadute occupazionali saranno importanti, con decine di posti di lavoro previsti tra il bar e la struttura ricettiva. Sono ancora da decifrare le tempistiche, ma l’ambizione di Giampaolo e Maria Teresa Morra è di riaprire l’hotel entro un anno e mezzo, vale a dire entro la fine dell’anno a venire.

Marcello Pasquero

Il rovescio della medaglia. Chiusa la convenzione con la Mythos, licenziati undici dipendenti storici

Non può non essere vista che come una buona notizia l’intenzione di Giampaolo e Maria Teresa Morra di recuperare uno dei simboli dell’ospitalità dell’Albese, quell’hotel Savona diventato famoso in tutto il pianeta in virtù dell’estro e della genialità dell’indimenticato Giacomo Morra. È infatti da sottolineare il coraggio e la voglia di riportare alla vita una struttura che è nel cuore di tutti i langaroli.

Il rovescio della medaglia, indipendente dal volere della proprietà, è la fine dell’attuale convenzione con il gruppo Mythos e la necessaria chiusura per almeno un anno e mezzo della struttura per il restauro, un fatto che porterà al licenziamento di 11 lavoratori. La situazione è aggravata dalla crisi pandemica e dal blocco del turismo, che rendono difficile la ricerca di occupazione. Dal primo aprile sono scattati infatti i licenziamenti per i dipendenti, alcuni storici, con un’anzianità di lavoro che arriva a 36 anni.

La speranza, condivisa da Gazzetta d’Alba, è che per questi uomini e donne possano aprirsi le porte di attività ricettive di Langhe e Roero, pronte a riaccogliere i turisti, non appena la pandemia lo consentirà.

m.p.

 

Banner Gazzetta d'Alba