Suicidi dei piccoli imprenditori, Fipi: «lo Stato istituisca Fondo Sicurezza»

Inviata lettera a Draghi: «Usiamo le accise per tutelare anche chi è malato o in crisi per la pandemia»

Suicidi dei piccoli imprenditori, Fipi: «lo Stato istituisca Fondo Sicurezza»

FLASH MOB Purtroppo molti fatti di cronaca dimostrano che il suicidio dei piccoli imprenditori in difficoltà non è un’eventualità remota. Tanto più in questo periodo di pandemia, con le chiusure forzate, le spese che corrono e i fatturati praticamente azzerati.

«Auspicando che non si arrivi a questi gesti estremi – spiega Beba Pucciatti, presidente di Fipi-Futuro Italiano Partite Iva – chiediamo però con forza l’istituzione di un Fondo di Sicurezza che tuteli le famiglie delle partite Iva in crisi da questo e da altri eventi, e che dia supporto economico in caso di malattia e infortuni. Per farlo, basta attingere dalle accise».

Pucciatti, a nome di Fipi, ha infatti inviato una lettera al presidente del Consiglio Mario Draghi e terrà a Torino un flash mob a sostegno del progetto, il 30 aprile, alle 13 davanti all’Agenzia delle entrate di corso Bolzano 30 , insieme con le associazioni Movimento Amici d’Italia e Movimento Nazionale Italiano. La manifestazione avverrà in contemporanea anche a Cuneo e nelle città di Firenze, Crema (Cr) e Viterbo.

«Il Fondo è necessario – chiarisce Pucciatti – in caso di seria crisi economica, grave malattia e infortunio, ma anche un supporto alle famiglie in caso di suicidio del titolare e capofamiglia legato al cattivo andamento dell’attività».

«Pur trovandoci in un momento di serissima impasse economica – aggiunge Francesco Campopiano di Movimento Nazionale Italiano – riteniamo che sia un atto dovuto veicolare parte di alcune di queste anacronistiche risorse a supporto di una fetta rilevante e produttiva del Paese».

«Già, perché le accise che paghiamo su benzina, gasolio, Gpl e metano, introdotte per esigenze di cassa – spiegano gli organizzatori – sono state utili a far fronte a emergenze come terremoti, guerre, crisi migratorie o a finanziare missioni di pace internazionali. C’è perfino un’accisa sulla guerra d’Etiopia del 1935-1936, che è la prima a essere stata introdotta in Italia e tecnicamente ancora attiva».

«Nel 1995 le nostre accise sono state inglobate in un’unica tassa indifferenziata, senza più riferimenti alle originali motivazioni da un decreto del Governo Dini. Questa condizione rende difficile l’ipotesi di abolirne selettivamente alcune. Con l’emergenza dovuta al Covid-19, il prezzo del petrolio è diminuito a vista d’occhio sui mercati internazionali. In Italia però, benzina e gasolio hanno abbassato i costi a passettini di un centesimo alla volta. Tutta ‘colpa’ delle accise, dunque, che rappresentano circa i due terzi del prezzo finale insieme all’Iva. Il prezzo medio nel nostro paese è più caro della media degli stati europei di 16,1 centesimi, di cui 11,6 sono tasse e 4,5 di differenza di prezzo industriale. Se si tolgono accise e Iva, in Italia i carburanti costerebbero molto meno rispetto alla media europea. L’istituzione del Fondo,- conclude la presidente di Fipi – è finalizzata a dare un supporto economico alle piccole e medie imprese individuali e non, includendo anche quelle categorie di professionisti iscritti a casse professionali che si sono dimostrate insufficienti nell’erogazione delle prestazioni, a fronte del capitale versato».

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