Il castello di Baldissero, luogo di arte e musica, è in vendita

Il castello di Baldissero, luogo di arte e musica, è in vendita

BALDISSERO Per chi arriva da Torino, la sagoma del castello di Baldissero che si staglia verso il cielo è una forma di benvenuto. Oggi, la fortezza del 1200, a lungo feudo di un ramo della nobile famiglia romana dei Colonna, nonché tesoro culturale del Roero, è in vendita sul sito di Lionard luxury real estate, società di intermediazione e vendita di immobili di prestigio. A parlarne è Francesco Testa, discendente della famiglia proprietaria del maniero da metà ’800. Non sorprende il motivo della vendita: «Non abbiamo figli e, giunti alla nostra età, cerchiamo qualcuno che si prenda cura del castello».

Per Testa quello di Baldissero non è un bene immobiliare qualunque: «Il castello è stato un luogo della mia infanzia. Uno dei primi ricordi è quello di un aereo da caccia inglese che veniva verso di noi. Dovevo avere due anni. Guardavo dallo stesso muro di cinta dal quale oggi si vede il paesaggio delle colline di Langhe e Roero e, nei giorni limpidi, l’arco delle Alpi, dal Monviso fino alle Marittime. Il pilota si è accontentato di passare sopra la torre quadrata senza sparare. Lo ricordo come fosse adesso». Prosegue Testa: «Il castello era la mia casa, dalla quale uscivo, scendendo lungo il viale, per andare a scuola. Ho dei bellissimi ricordi della mia infanzia a Baldissero, quando la domenica ci riunivamo in una banda per giocare insieme. Da allora conservo ancora oggi buoni amici».

Il castello non è solo luogo delle memorie personali di Francesco, ma anche degli antichi feudatari e di tutta la famiglia Testa: «Quando il mio bisnonno Raimondo Testa, verso metà ’800, vendette la conceria a Bra, acquistò il castello e i possedimenti che erano stati dei conti Colonna. Da allora vi hanno abitato molti Testa, tra cui mio padre e mia madre, Antonio Testa e Valentina Casalnovo, due artisti straordinari». All’ultimo piano del castello, in due stanze poste una di fronte all’altra, sorgevano gli studi dei due artisti. Francesco ricorda che quello del pittore Antonio Testa era pieno di cavalletti, pennelli, spatole, tavolozze e colori ed entrando si sentiva l’odore della vernice e degli oli che utilizzava. Alle pareti erano appesi ritratti, paesaggi, nature morte e bozzetti per grandi composizioni, come L’ultima cena che oggi si trova nella parrocchiale di Baldissero. Nello studio della scultrice e ceramista Valentina Casalnovo c’erano trespoli sui quali erano poggiate le opere, coperte spesso con teli bagnati, in modo che la creta si mantenesse plastica fino a conclusione. «Nelle opere dei miei genitori si sentivano le radici che avevano con il territorio. Non a caso, ho sempre pensato che il castello fosse, con le sue mura fuori dal tempo e il suo giardino ombroso, un luogo adatto per la creazione artistica», aggiunge Testa.

Conclude il proprietario: «Ora è arrivato il momento di passare il testimone, cercando qualcuno che sia in grado di continuare a far vivere il castello. Vorremmo che fosse in grado di dargli anche maggior slancio come sede di attività culturali e creative».

Federico Tubiello

Simona Colonna ha iniziato a suonare nel giardino dello storico edificio

I Folli e folletti di Simona Colonna il 25 nell’anfiteatro di Santa Vittoria

Francesco Testa ha usato il castello per anni come sede dello studio di grafica Làstrego e Testa, fondato negli anni Settanta insieme alla moglie Cristina. Nel maniero sono stati creati libri per bambini e disegni animati in collaborazione con la Rai che sono andati in giro per il mondo, come il Gatto Mirò, che in Cina ha riscosso un enorme successo. Nei ricordi di Francesco Testa c’è anche una giovanissima Simona Colonna, musicista originaria di Baldissero, che cantava assieme alla madre di Testa, la cantante lirica Valentina Casalnovo. Colonna, che porta il cognome della famiglia che ha posseduto a lungo il castello, ricorda alcuni episodi della giovinezza: «Io stavo studiando per diventare musicista e lei aveva la passione del canto. Mio padre era il guardiano del castello e, durante  i mesi estivi, quando Valentina e Antonio arrivavano da Torino, mi capitava spesso di andarli a trovare nel giardino e al castello».

Prosegue Simona: «Lei suonava il pianoforte e io cantavo. È stata tra le prime a spronarmi
a perseverare nello studio della musica, sostenendo che il mio talento era buono e che avrei ottenuto grandi successi. Era una donna estremamente affascinante. In estate vestiva con abiti lunghi e colorati. Era una vera artista, non solo nella sua attività di scultrice, ma anche nei modi. Il castello è un posto magico, un luogo in cui da bambina sognavo cose fantastiche. Spero che chiunque lo acquisti sappia far risaltare il valore artistico che rappresenta e tutto ciò che contiene».

f.t.

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