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Sequestro di tartufi in centro ad Alba: l’avvocato Ponzio difende il negoziante

Il Molise esiste e sta diventando la patria del tartufo: lo dice MoliseFood 1
Tartufi molisiani

ALBA Il Comando Carabinieri Forestale di Alba ha confiscato (giovedì 27 maggio) 27 esemplari di tartufo (Tuber Aestivum Vitt.) in un negozio in via Vittorio Emanuele II . Nonostante il divieto vigente di raccolta e commercializzazione (disposto dalla legge 752 del ‘85), il verbale riferisce che i tartufi erano conservati in due teche ed esposti per la vendita, con il prezzo sul cartellino  (30 euro all’etto), il nome della specie e la provenienza dalla Liguria. I militari hanno provveduto, quindi, alla confisca della merce: in tutto un chilo e 730 grammi per un importo  di 510 euro. I titolari del negozio hanno affidato all’avvocato albese Roberto Ponzio il mandato di tutelarli. Il legale contesterà il verbale e ne chiederà l’annullamento.

La premessa della contestazione è  il divieto di raccolta e commercializzazione del tartufo. Quest’ultimo si può raccogliere, a livello nazionale, dal primo maggio al 30 novembre, salvo eccezioni previste dai calendari regionali. Il Piemonte  consente la raccolta e vendita dal primo giugno al 31 agosto e dal 21 settembre al 30 novembre. Restano esclusi il mese di maggio e i primi venti giorni di settembre, durante i quali vige il divieto: lo stesso accade per Valle d’Aosta, Calabria, Sicilia, Sardegna e Trentino Alto Adige, ma non in Liguria, Lombardia, Toscana, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Molise, Campania, Puglia e Basilicata, dove è consentita. Nel caso in questione, i tartufi confiscati provenivano proprio dalla Liguria.

L’avvocato Ponzio ha dichiarato: «Sosterrò nelle opportune sedi che è illogica una legislazione a macchia di leopardo, per cui a maggio la raccolta è consentita in certe Regioni e in altre no. È assurdo e abnorme inibire la commercializzazione di un prodotto che proviene da una Regione dove è lecito cavare i tuberi e venderli: l’interpretazione è in contrasto con la normativa europea, per cui i prodotti ortofrutticoli, tra cui rientra il tartufo, sono soggetti a libera circolazione nel mercato comune. Tutti i Paesi europei, tranne l’Italia e la Croazia, non hanno calendari restrittivi: è auspicabile che il  Piemonte intervenga e accolga una richiesta di modifica del calendario» Istanza presentata, l’8 ottobre 2020, col patrocinio dell’avvocato Ponzio, dall’associazione nazionale TartufOk, presieduta da Paolo Montanaro, che dal 2012 rappresenta, con i suoi associati l’80% del mercato italiano.

Manuela Zoccola

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