Studenti alla scoperta del patrimonio ecologico lungo i corsi d’acqua minori

BRA Un progetto che accompagna gli studenti delle classi quarte della scuola elementare e prime della media alla scoperta dei rii braidesi, cheraschesi e narzolesi. Per ricavarne informazioni geologiche, botaniche, faunistiche e antropiche, grazie all’osservazione dei corsi d’acqua minori.

Finanziato dalla fondazione Cassa di risparmio di Cuneo, il percorso didattico è stato coprogettato dai docenti dell’istituto comprensivo Bra 1 e da quelli del comprensivo Sebastiano Taricco di Cherasco e Narzole.

Studenti alla scoperta del patrimonio ecologico lungo i corsi d’acqua minori
Nello scorso ottobre gli alunni delle classi coinvolte hanno fatto un’escursione nei rii del loro Comune.

Spiega il maestro braidese, con una storica vocazione da ambientalista, Gianni Rinaudo: «Ognuna delle 15 classi coinvolte nel progetto ha realizzato una scheda semplice per osservare gli elementi naturali che compongono i rii e quelli antropici che possono comprometterne il valore naturalistico».

Aggiungono i docenti che hanno dato vita al “gruppo di coordinamento” dell’intera esperienza: «Ogni classe, nel corso dei due anni del progetto “Scoprire e conoscere i rii di Bra, Cherasco e Narzole” (il 2020-21 e il 2021-22), dà vita a compiti di realtà, attinenti all’ambiente dei rii: uno per l’area antropologica, uno per l’area linguistica e due per l’area scientifica».

Nello specifico il primo riguarda la storia e la geografia dei rii; il secondo prevede la realizzazione di un testo con attenzione all’inquinamento di questi corsi d’acqua minori; nell’area scientifica ogni classe approfondisce uno o più vegetali e animali. Nello scorso mese di ottobre le classi hanno fatto un’escursione nei rii del loro Comune, per ricavare informazioni geologiche, botaniche, faunistiche e antropiche.

Conclude Rinaudo: «Nel primo anno le uscite delle classi nei rii e nel centro di Bra hanno permesso agli allievi di rendersi conto dell’esistenza di questi corsi d’acqua minori e del loro straordinario ecosistema, ma anche di come l’uomo possa distruggerli, modificarli o annientarli. Abbiamo anche posto molta attenzione alla vegetazione e alla fauna tipica di questi corsi d’acqua».

Valter Manzone

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