Abitare il piemontese: scopriamo il significato di Òmmi òmmi!

Bozza automatica 305

ÒMMI ÒMMI! Ohimé! Poveri noi! Aiuto! Ahiaiahi! Esclamazione di pericolo, spavento, apprensione.

Alcune esclamazioni piemontesi sono uniche, formidabili, intraducibili. La parola, o meglio, il suono di questa settimana è òmmi, per qualcuno àmmi. L’esperimento è azzardato, ma penso valga la pena; seppure si tratti soltanto di un suono, fa parte della cultura e della lingua popolare di cui la rubrica è ambasciatrice.
Questa espressione ripetuta almeno un paio di volte, òmmi òmmi! è un allarme per aver percepito un pericolo imminente. Si pronuncia istintivamente quando si perde l’equilibrio fisico e si rischia di cadere a terra oppure quando c’è autocommiserazione, disprezzo, diffidenza, spavento, ma anche quando si riceve una notizia sconvolgente e non si sa immediatamente come agire. La curiosità straordinaria è che ogni òmmi òmmi, ha una sua diversa sfumatura a seconda del contesto.

Voglio condividere con i lettori della rubrica il ricordo di mia nonna Carla, buonanima, che con il suo problema all’anca camminava con difficoltà; quando temeva di cadere a terra, diceva tra sé: òmmi òmmi, pòvȓa dòna! (aiuto, povera me!)
Come accade con la maggior parte delle parole, mi ha incuriosito la provenienza di questa esclamazione di pericolo così unica. Ho scovato che in Spagna dicono ay de mi! i portoghesi ai de mim e in romeno vai de mine. Tutte espressioni assonanti che appartengono a lingue con lo stesso ceppo piemontese, quello neolatino.
Di questi stati d’animo assolutamente umani ne parlò a suo tempo Aristotele; ci dice che la tragedia esiste a due condizioni: se ci sono pietà e terrore. Il terrore è il presentimento di un male inevitabile e imminente. La pietà è invece una forma di sofferenza verso chi ha subìto un male senza meritarlo. La pietà solitamente non è provata da persone arroganti, ma dai semplici. Ecco cos’è òmmi òmmi, niente meno l’ammissione verbale della fragilità umana.

Paolo Tibaldi

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