È morto don Enzo Casetta, ex parroco a Sant’Andrea e San Giovanni di Bra

È morto don Enzo Casetta, ex parroco a Sant’Andrea e San Giovanni di Bra

BRA È mancato don Enzo Casetta, ex parroco di Sant’Andrea e San Giovanni, aveva 77 anni, era malato da qualche tempo di un male incurabile da cui non si era rimesso. Qualche anno dopo l’inizio della malattia si era parlato di un suo ritorno a Bra, nella casa del clero, ma le sue condizioni di salute non lo avevano permesso ed era nel reparto dell’ospedale Cottolengo dedicato ai sacerdoti malati.

Nativo del Roero e precisamente di Vezza d’Alba. «Sono nato in una famiglia di contadini molto numerosa, a cui devo molto. È lì che ho imparato il senso del sacrificio e della condivisione. Ho deciso di diventare prete già da piccolo”.

L’ordinazione è arrivata il 29 giugno 1968 in via Artom, uno dei centri delle lotte operaie. Lì c’era un campo spoglio, “che abbiamo trasformato in un campo sportivo dell’oratorio in modo da dare un nuovo spazio a disposizione del quartiere”, raccontava don Enzo.

Poi una parentesi a Santena, dal 1969 al 1975 dove ha fondato una polisportiva, e 22 anni come parroco di Bra dove don Enzo ha toccato il cuore di tanti fedeli. Ha
sostituito don Bartolo Soppeno a Sant’Andrea, e poi qualche anno più tardi gli affidarono anche San Giovanni Battista, diventando il primo Moderatore della neonata “Unità Pastorale 50”.

Poi nel 2003 il cambio dei parroci a Bra, don Enzo viene inviato come parroco a San Donato di Torino dove rimane fino a due anni fa, quando rassegna le dimissioni per limiti d’età e per i problemi di salute.

A San Donato ha creato la polisportiva dell’oratorio, oltre a dare una casa, qualche anno fa, a dieci ragazzini migranti, mettendo loro a disposizione un piano dell’oratorio, dato che come sottolineava proprio lui – «uno dei miei cavalli di battaglia sono sempre stati i giovani». E tra lui e il quartiere era nato un rapporto forte, e lui sottolineava che – «San Donato è come un grande paese, dove c’è sensibilità e attenzione per gli altri». Nell’organizzazione della festa rimarcava solo un “intoppo”: «Non volevo che fosse fatta solo per me, ma per la comunità, così ho parlato con don Davide Chiaussa della parrocchia Sant’Alfonso, e abbiamo deciso di allargarla in modo che fosse la celebrazione di una comunità intera».

Molti piangono don Enzo ricordando la sua cordialità, il suo senso pastorale.

Lino Ferrero

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