SANTO STEFANO L’associazione Valle Belbo pulita ha incontrato mercoledì scorso la società Sisi, responsabile dell’impianto di depurazione di Santo Stefano Belbo, per proseguire l’attività di confronto con amministratori locali e gestori della rete idrica. Dopo il rilevamento di un episodio di sversamento nel torrente Belbo, a Canelli, si è infatti ritenuto necessario un colloquio on-line per fare maggior chiarezza, a cui hanno partecipato anche i rappresentanti di Cogesi, il consorzio dei gestori dei servizi idrici della provincia di Cuneo. Dall’incontro è emerso che l’inquinamento delle acque era stato causato dall’arresto della funzionalità del depuratore a causa di un’alta concentrazione di cloro negli scarichi delle aziende di vinificazione della Valle Belbo e della Val Tinella.
Si tratta di una sostanza molto utilizzata per la sanificazione di linee di imbottigliamento e di filtri tangenziali, che non dovrebbe superare gli 0,3 milligrammi al litro in una fognatura pubblica, ma che durante il periodo dello sversamento ha raggiunto valori superiori a 1,4 mg/l, simili a quelli delle piscine.
Questo ha fatto sì che i microorganismi alla base dell’attività di depurazione siano stati resi inefficaci. Sisi è immediatamente intervenuta sostituendo la biomassa morta con microorganismi attivi provenienti da un altro impianto e ha contattato le industrie vitivinicole per informarle sul problema che si stava verificando.
La situazione è dunque rientrata ma Valle Belbo pulita ritiene necessario che la cabina di regia del Contratto di fiume riprenda i lavori e affronti il problema dell’inquinamento del Belbo coinvolgendo le comunità della valle e le industrie affinché non si verifichino nuovamente incidenti di questo tipo.
Lorenzo Germano