Il procuratore generale di Asti, Alberto Perduca, in pensione da lunedì

Il procuratore generale di Asti, Alberto Perduca, in pensione da lunedì
Da sinistra: il procuratore generale Francesco Saluzzo, il procuratore di Asti Alberto Perduca, il sostituto Vincenzo Paone e il presidente del Tribunale di Asti Giancarlo Girolami

ASTI Si è tenuta poco dopo le 13 di oggi (venerdì 265 giugno) alla presenza di funzionari forze dell’ordine, nei locali del Tribunale, la cerimonia di commiato del Procuratore Alberto Perduca: da lunedì 28 giugno il magistrato cesserà il servizio presso gli uffici astigiani per  raggiunti limiti d’età. Nato nel 1951 a Torino, ha coordinato il dipartimento  Antiterrorismo e riciclaggio nel capoluogo regionale e vanta, nel proprio curriculum, esperienze in ambito europeo: dal 2016 era alla guida della Procura di Asti, come ha ricordato il Procuratore generale Francesco Saluzzo, arrivato da Torino per la cerimonia.

«Al dottor Perduca mi lega un’amicizia sincera, assieme abbiamo condiviso parte di questo viaggio», ha esordito, aggiungendo «in qualità di procuratore ha saputo portare, in una sede di circoscrizione come Asti, la sua profonda conoscenza maturata anche in ambito internazionale dando corso a importanti azioni di aggressione di patrimoni illeciti». Argomento ripreso, nel suo saluto, anche dal procuratore aggiunto Vincenzo Paone, che reggerà la sezione nel periodo di vacanza, fino alla nomina del nuovo funzionario: «Siamo riusciti a dimostrare che l’aggressione ai patrimoni è la carta vincente sul piano del contrasto alla criminalità», ha commentato, visibilmente commosso.

E ha concluso all’indirizzo del magistrato: «Anche nei momenti più difficili  ha saputo mediare e governarci con autorevolezza». Nel suo indirizzo, il funzionario uscente, dopo aver ringraziato le forze dell’ordine per la collaborazione ha trovato spazio per alcune considerazioni sulla situazione della giustizia italiana: «Quando, nel 1979, presi servizio quale uditore giudiziario si parlava già di crisi dell’ordinamento. A questa situazione si è aggiunto, negli ultimi anni, il crollo della credibilità della magistratura, un fatto che mi procura amarezza, ma che ritengo, alla luce del grande lavoro svolto qui ad Asti  non sia un destino ineluttabile: lo zelo dei magistrati è la condizione prima per riabilitare la giustizia».

Davide Gallesio

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