Nei noccioleti sono tornate le cimici

NOCCIOLE Un quadro in rapida evoluzione, segnato dall’aumento, nell’ultima settimana, dei riscontri: della diffusione di cimici e altri parassiti, nei corileti delle Langhe e della pianura, parliamo con Antonio Marino, tecnico di Confagricoltura Cuneo. «I frappage in campo hanno evidenziato la presenza, non tanto della varietà asiatica, quanto delle specie autoctone, in particolar modo di Gonocerus acuteangulatus, e ovature di Palomena prasina (la cimice verde)», spiega l’esperto.

Nei corileti sono tornate le cimici
Un Gonocerus acuteangulatus.

Il repentino innalzamento delle temperature ha accelerato, negli ultimi giorni, il risveglio degli esemplari; in precedenza, invece, le 80 trappole dislocate su tutto il territorio piemontese, avevano riscontrato catture cospicue (cento insetti a settimana) solo nel nord della Regione, mentre uno dei dispositivi, sulle colline attorno ad Alba, aveva mantenuto medie più basse (quaranta esemplari). Sulla stagione alle porte incombono anche i postumi della gelata del 7 e 8 aprile. «Le piante si stanno riprendendo solo in queste settimane», continua Marino. Le stime iniziali sui danni, però, vanno riviste: «Non siamo più così pessimisti, ma giugno sarà decisivo per capire se le nocciole svilupperanno il gheriglio o se rimarranno vuote e soggette a cascola». Altro osservato speciale, fra i parassiti, è il balanino, un coleottero noto da tempo, che depone le uova nel frutto, in fase di maturazione: «La larva si sviluppa erodendo il gheriglio e fuoriesce, la nocciola è da buttare e la resa può subire alterazioni», aggiunge il tecnico.

Tornando alla cimice, si monitora l’andamento della popolazione, per valutare se i rilievi giustifichino un trattamento fitosanitario; in questo campo, proseguiranno, anche nel 2021, le sperimentazioni di prodotti per il controllo delle ovature, come spiega Lorenzo Martinengo, tecnico corilicolo di Coldiretti Cuneo. «Uno di questi, Dentamet, è un concime fogliare che uccide i batteri presenti sul guscio delle uova, impedendo lo sviluppo di nuovi esemplari».

L’altra partita riguarda gli antagonisti naturali: «Eseguiremo, per il secondo anno, nelle aziende, il lancio di Anastatus bifasciatus». Il parassitoide è oggi l’unico autorizzato per le immissioni in natura. «I rilasci saranno studiati dall’Università di Torino», precisa Martinengo. Per la vespa Samurai, invece, si attende il nulla osta della Regione: «L’anno scorso era arrivato a luglio, quest’anno crediamo le tempistiche saranno analoghe».

d.g.

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