Ritrovati nell’archivio dei Battuti neri, a Bra, documenti e lettere autografe dei Savoia

Ritrovati nell'archivio dei Battuti neri, a Bra,  documenti e lettere autografe dei Savoia

BRA Più di 1.800 fra lettere con firme autografe, fra gli altri, di Emanuele Filiberto di Savoia e di Caterina di Russia, moglie dello zar Pietro il Grande, fotografie ottocentesche e stampe d’epoca: i documenti, appartenenti a Biblioteca reale e Archivio di Stato di Torino e quello del castello di Racconigi è stato recuperato nella sede dell’arciconfraternita dei Battuti neri, dai Carabinieri del Nucleo tutela del patrimonio culturale di Torino e dagli esperti della Soprintendenza dei beni artistici del Piemonte.

Il luogotenente Cristian Lo Iacono, referente del Nucleo Tpc spiega che i documenti, stimati attorno ai due milioni di euro di valore complessivo, erano confluiti «nel cartulario dell’ente religioso, braidese in seguito a fenomeni di dispersione dai fondi d’origine». Un ruolo decisivo avrebbe avuto un confratello, che avrebbe trafugato dagli archivi piemontesi i documenti, selezionati fra la corrispondenza dei regnanti europei, nascosti in attesa, con tutta probabilità, di poterli cedere, nell’archivio dei Battuti neri: «la disponibilità del direttivo e le indagini avviate hanno permesso di contestualizzare i documenti all’interno delle unità dalle quali erano stati scorporati, ed evitare la loro sparizione», conclude il referente del comando torinese.

Nel 2011, infatti, Roberta Comoglio neo-presidente dei Battuti neri si era accorta dell’anomalia, durante i lavori di catalogazione del materiale archivistico: «Ho subito visto che c’erano dei documenti che non potevano essere in relazione con la nostra storia secolare» commenta. E aggiunge: «a quel punto, oltre a non averli riconosciuti come “nostri”, ho provveduto subito ad avvisare la Soprintendenza e i carabinieri del Nucleo difesa patrimonio artistico, che li hanno presi in carico». La parola fine a questa vicenda arriva in un momento particolare per l’ente religioso, conclude Comoglio: «Sono contenta che si sia chiusa questa storia, proprio nel giorno in cui il nuovo direttivo si riunisce per assegnare le nuove cariche sociali».

d.g. e v.m.

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