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Saluzzo ha inaugurato la biblioteca a ridotto impatto ambientale

La struttura è intitolata a Lidia Beccaria Rolfi. L'Inaugurazione è stata sabato 26.

Saluzzo ha inaugurato la biblioteca a risotto impatto ambientale
L'esterno della biblioteca (foto Pietro Battisti).

SALUZZO Sabato 26 giugno la città ha inaugurato una biblioteca a ridotto impatto ambientale, ricavata nell’ottocentesca ex caserma Musso. L’apertura segna una tappa nel percorso di candidatura di Saluzzo Monviso come Capitale italiana della cultura 2024.

Lo spazio è dotato di pannelli fotovoltaici sul tetto, di luci intelligenti che si regolano al passaggio degli utenti e di particolari sistemi di riscaldamento e controllo domotico.

La nuova biblioteca è valsa a Saluzzo il premio nazionale Comuni sostenibili come uno degli otto Comuni più virtuosi in Italia dal punto di vista energetico del 2020. Il riconoscimento, indetto dal Gse (Gestore dei servizi energetici), società del ministero dell’Economia che in Italia promuove lo sviluppo sostenibile, ha visto Saluzzo premiata come unico comune in Piemonte.

Il progetto di recupero è stato realizzato dai professionisti dell’ufficio tecnico del Comune di Saluzzo. La riqualificazione è durata 265 giorni (dal 19 marzo al 9 dicembre 2020) ed è costata 1,9 milioni di euro.

La biblioteca ha un patrimonio costituito da circa 73mila tra volumi e opuscoli, è abbonata a 78 periodici, serve un bacino d’utenza di oltre 75mila abitanti ed effettua, in un anno, circa 31mila prestiti a domicilio e 17mila consultazioni in sede.

È intitolata alla staffetta partigiana Lidia Beccaria Rolfi, deportata, insegnante e scrittrice di Mondovì. Per scegliere la personalità della cultura a cui intitolare la nuova struttura, il Comune ha avviato un percorso partecipato e condiviso con la popolazione saluzzese che ha portato prima all’individuazione di 123 nomi e poi alla scelta per voto popolare.

Durante l’inaugurazione di sabato 26, il figlio di Lidia Beccaria Rolfi, Aldo, ha tracciato un ricordo della madre e del suo percorso di vita: dagli anni della Resistenza in Valle Varaita (dove venne arrestata), all’incubo del lager tedesco, fino al ritorno alla normalità nel Dopoguerra e al suo impegno per testimoniare e far conoscere l’orrore dei campi di sterminio nazisti.

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