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Sull’accoglienza il Cuneese mostra tutte le sue lacune

Sull’accoglienza il Cuneese mostra tutte le sue lacune
Due giovani africani che lavorano nei vigneti langaroli e roerini: si rifugiano alla sera al Cpa di via Pola.

ALBA Parlare d’emergenza è forse eccessivo. Ma l’arrivo dei lavoratori stranieri ad Alba, per l’avvio della stagione più importante tra le colline Unesco, ha cambiato forma. Un problema da affrontare. Come? Da chi?

Da un punto di vista oggettivo, nel comparto vitivinicolo c’è bisogno di manodopera e gli stagionali di origine subsahariana rappresentano la nuova fetta di lavoratori a cui guardano imprenditori e cooperative, a fronte della riduzione dei flussi europei. Chi arriva riesce a trovare un’occupazione senza dover cercare troppo, ma l’accoglienza è il punto critico. Per questo dedichiamo spazio all’argomento. I giovani africani sono già tra noi e non possiamo solo “utilizzarli” e poi fingere di non vederli.

Alba ha dovuto aprire gli occhi lo scorso autunno, di fronte a un gruppo di giovani accampati lungo il Tanaro, nelle fasi finali della vendemmia. Ciò che è accaduto dopo è cosa nota: accolti dal Centro di prima accoglienza della Caritas di via Pola, erano stati sistemati in una tenda allestita dalla Protezione civile, con interventi del Comune di Alba e dei servizi sociali.

Sull’accoglienza il Cuneese mostra tutte le sue lacune
Due giovani africani che lavorano nei vigneti langaroli e roerini: si rifugiano alla sera al Cpa di via Pola.

«Pare altamente probabile che il prossimo anno il fenomeno si ripeterà con cifre ancora maggiori», diceva mesi fa Roger Davico, referente provinciale dell’Anolf Cisl, l’Associazione nazionale oltre le frontiere. Insieme ad altre realtà albesi e cuneesi, ha dato vita a una rete che negli ultimi sei mesi si è riunita con costanza per confrontarsi sul tema. Alcune settimane fa, il gruppo ha incontrato i vertici del Comune di Alba, che ha deciso di assumere le vesti di coordinatore di un tavolo sul tema degli stagionali.
Ma, come spesso accade, la vita anticipa ogni previsione. E il primo gruppo di ragazzi africani è arrivato in via Pola già una decina di giorni fa: prima 18, poi altri 3 e altri ancora, accolti in un salone adiacente al Centro. A fronte della richiesta della rete albese, il tavolo è stato convocato dal Comune per il 9 giugno.

Davico: «Il movimento degli stagionali ha persino anticipato la vendemmia, a fronte della richiesta di manodopera per i lavori estivi in vigna. Ciò che intendiamo chiedere al Comune di Alba è di agire come capofila nel favorire l’incontro tra le varie realtà, affinché si arrivi a una soluzione, sperando di essere ancora in tempo. Nei mesi scorsi sono stati siglati accordi importanti, ma evidentemente qualcosa non ha funzionato».L’accordo è quello chiuso tra Confcooperative Cuneo, il Consorzio del Barolo e le sigle sindacali del comparto agricolo, per soluzioni abitative per gli stagionali. «Ci risulta che gran parte degli arrivati già lavori. È possibile che siano stati assunti da cooperative oppure dalle stesse aziende vitivinicole. In entrambi i casi, è evidente il ruolo degli imprenditori, chiamati a vigilare e a garantire un alloggio ai lavoratori, nel momento in cui scelgano di assumere senza intermediari. Come le cooperative, anche le aziende devono fare la loro parte».

Francesca Pinaffo

Il Comune installerà docce pubbliche

La responsabilità dei datori di lavoro è uno dei punti che ribadisce il sindaco di Alba Carlo Bo: «Ciascuno è chiamato ad assumersi la propria responsabilità. Siamo pronti a fare la nostra parte, ma insieme a tutti gli attori coinvolti, a partire da chi offre lavoro a questi ragazzi». Si poteva cercare di sviluppare una strategia con più anticipo? «Non ci aspettavamo che il problema si presentasse già a maggio. Oltre alla Prefettura e alla Questura, parteciperanno al tavolo di lavoro i sindaci di Langhe e Roero, dal momento che la maggior parte delle aziende non si trova ad Alba». A seguire la situazione con il primo cittadino è pure l’assessore ai servizi sociali Elisa Boschiazzo: «Il consorzio socioassistenziale ha una possibilità d’intervento limitata ai residenti. Il Comune ha sostenuto il Centro di via Pola con 28mila euro. Ma ci rendiamo conto che la situazione sia complessa e che serva trovare una soluzione, a tutela della dignità di questi lavoratori e delle loro condizioni di vita. Come lo scorso anno siamo intervenuti in diversi modi; di certo non ci tireremo indietro, oltre a portare avanti progetti nuovi». Uno in particolare è già in parte delineato: si tratta dell’installazione di docce pubbliche in città, con il pagamento di un piccolissimo contributo e una gestione di stampo sociale, «per alleggerire il peso su via Pola: è un primo tassello, che ci servirà peraltro anche a monitorare l’impatto di questo tipo di politiche», conclude l’assessore ai servizi Elisa Boschiazzo.

f.p.

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