Il dialogo sui temi ecologici tra i cristiani e i musulmani

Il dialogo sui temi ecologici tra i cristiani e i musulmani
Un momento dell’incontro a Loppiano tra cristiani e musulmani.

A LOPPIANO (FIRENZE) Sabato 26 giugno, a Loppiano, si è tenuto un convegno interreligioso tra rappresentanti di islam e cristianesimo sul tema dell’impegno ecologico comune. Il convegno – sul tema “Passi significativi: ambiente e cura del creato” – fa parte di un progetto quinquennale che ha l’obiettivo di declinare alcuni punti del Documento di Abu Dhabi sulla fratellanza umana, scritto e firmato da papa Francesco e dal grande imam di al-Azhar Ahmad al-Tayyib.

I due relatori principali hanno evidenziato importanti aspetti di convergenza tra islam e cristianesimo: un primo punto è la creaturalità dell’uomo. Martino Diez, docente all’Università cattolica del Sacro Cuore e direttore scientifico della fondazione internazionale Oasis, ha sottolineato che la creazione continua da parte di Dio viene creduta in tutte e due le religioni: se Dio smettesse di voler nell’esistenza il cosmo, esso smetterebbe all’istante di esistere. Ciò dice qual è la nostra reale posizione nei confronti del creato: non possiamo crederci padroni, dominatori e tiranni, ma dobbiamo sentirci, di questo creato ricevuto come in prestito, soltanto custodi, elaborando una profonda etica della responsabilità.

Sul tema della custodia ha anche insistito Shahrzad Houshmand Zadeh, teologa musulmana e docente, che ha evidenziato diverse dimensioni della custodia presenti nella tradizione islamica: la custodia del corpo (con attenzione all’uso o abuso di sostanze che possono fargli male); la custodia della famiglia (l’importanza di questo istituto è stata sottolineata anche dai gruppi di discussione) fondamentale e condivisa dalle due religioni; la custodia della comunità religiosa (cioè del luogo e dei momenti di preghiera con le relazioni interpersonali che si attivano grazie all’appuntamento settimanale); la custodia poi del mondo animale (il Corano è ricco di riferimenti e raccomandazioni a riguardo di questo argomento); custodia della comunità civile e sociale e custodia, infine, del proprio rapporto con il prossimo nell’assomigliare a Dio che è rahman, cioè amore, donazione di sé. Anche nei gruppi di studio si è evidenziato quanto sia importante trovare una convergenza fra le religioni sui vari temi, tra cui forse i più attuali e impressionanti potrebbero essere la scuola e il lavoro.

Attraverso la scuola, per esempio, le giovani generazioni possono essere educate all’ecologia: è stata menzionata come idea e buona pratica quella della visita agli agriturismi per apprendere quanto è importante la produzione degli alimenti che mettiamo sulla tavola; o la coltivazione da parte dei ragazzi di un orto scolastico che permetterebbe loro di elaborare una spiritualità del lavoro, nella quale il guadagno non viene concepito come assoluto e obiettivo da realizzare a qualunque costo, ma come un dono di Dio che alla fine è il primo protagonista della crescita degli alimenti dalla terra e pertanto è a lui, e da lui, che va riferito il guadagno, perché da lui proviene.

L’incontro di Loppiano ha costituito un seme gettato nel terreno, come raffigura anche il simbolo scelto a conclusione dei lavori: la piantumazione di un albero in uno dei giardini della cittadella che ha ospitato l’incontro.

«Se hai un seme e il mondo sta per finire, pianta ugualmente questo seme», suggerisce un detto arabo musulmano, e questo detto può essere significativo di quanto è avvenuto nell’incontro interreligioso di Loppiano che è disponibile in streaming su YouTube e che avrà un seguito l’anno prossimo probabilmente nell’isola di Lampedusa.

don Adriano Rosso

Banner Gazzetta d'Alba