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Il vescovo Tonino Bello e la pace nel Mediterraneo

Il vescovo Tonino Bello e la pace nel Mediterraneo

LIBRO L’Italia, per la sua posizione geografica, ha dovuto sempre fare i conti con ciò che avviene oltre il Mediterraneo, in alcuni periodi considerato mare nostrum. L’Italia fascista aveva vagheggiato l’idea di costituire un nuovo Impero romano e dopo l’entrata in guerra a fianco di Hitler, aveva sognato di conquistare un’egemonia marittima incontrastata nel Mediterraneo. Ma dai sogni imperiali l’Italia naufragò verso la dura realtà della sconfitta nella Seconda guerra mondiale, con un ridimensionamento esponenziale della propria potenza, in un mondo oramai dominato da Stati Uniti e Unione Sovietica, nel quale veniva disputata la guerra fredda, col suo sistema di blocchi contrapposti.

DA ARCO DI GUERRA AD ARCA DI PACE
Federico Imperato
Edizioni San Paolo
208 pagine
16 euro

La nuova Italia, democratica e repubblicana, atlantica ed europeista, ma con fragilità politiche ed economiche interne, dovette reinventarsi un ruolo per riemergere nel suo settore d’oltremare più prossimo. Emergono così figure e personalità forti e marcanti, a volte come voci nel deserto o controcorrente, ma che poi si rivelano fondamentali per il rinnovamento della Chiesa e dell’Italia stessa.Il vescovo Tonino Bello e la pace nel Mediterraneo 1

Tra queste riconosciamo Tonino Bello, vescovo di Molfetta, Terlizzi, Giovinazzo e Ruvo di Puglia, figura di spicco del pacifismo cattolico. Federico Imperato, docente e studioso di storia delle relazioni internazionali, nel suo saggio per nulla agiografico, porta la ricerca sul vescovo salentino sul piano della storiografia fondata su documentazione e spirito critico facendo emergere l’impegno del vescovo nei confronti dei problemi di politica internazionale.

Don Tonino non ha mai mostrato atteggiamenti di chiusura di fronte ai mutamenti, alle sfide, ai pericoli che venivano da un mondo immerso in una fase di transizione a volte drammatica, ma ha cercato di affrontare le sfide con una proposta e un ruolo attivo, esprimendo con coraggio idee, per trovare una soluzione al complesso problema della convivenza fra i popoli del Mediterraneo.

La sua attività pastorale, prima come parroco e poi vescovo, in linea con le aperture conciliari, resta ancora un valido insegnamento, per poter affrontare le sfide presenti in quella che oggi, come nel passato, è l’area più instabile sullo scacchiere mondiale, configurabile come un «arco di guerra», da trasformare in «arca di pace», senza dimenticare che «il popolo della pace non è un popolo di rassegnati» che si prostra «davanti alle poltrone dei tiranni o agli idoli di metallo».

Walter Colombo

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