Ultime notizie

La montatese Elisa Taliano traduce nella lingua dei segni

La montatese Elisa Taliano traduce nella lingua dei segni

MONTÀ Una giovane montatese, Elisa Taliano, nei giorni scorsi ha coronato i suoi studi diventando interprete di lingua dei segni (Lis). Un’esperienza formativa importante, che ci racconta. «Tempo fa avevo letto proprio su Gazzetta che erano aperte le iscrizioni a questo corso. E siccome lavoro come assistente all’autonomia (sostegno scolastico), la cosa mi ha molto incuriosito. Chi è impegnato in questo settore svolge servizi come interprete dall’italiano alla lingua dei segni o viceversa, tramite gesti che corrispondono a parole. Questo consente a due o più soggetti di comunicare tra loro. È una pratica utile sia in conferenze, seminari, workshop, lezioni, corsi ed eventi pubblici che nelle relazioni con medici, avvocati o altri casi privati».

Cosa significa invece l’acronimo List?
«In questo caso si intende lingua dei segni tattile, riferita alle persone sordocieche, che toccano le mani di chi comunica, percependone il significato, veicolando le espressioni facciali non più visibili».

Quando ha maturato questo interesse particolare?
«Nel 2016 dovevo seguire una ragazza sorda a scuola. Essendo impossibile comunicare con lei, ho deciso di iscrivermi al corso Lis di primo livello, che si è svolto ad Alba, organizzato dall’Ens (Ente nazionale sordi) con la collaborazione di Corrado Avarino, presidente del Gruppo sportivo sordi albese. Mi sono appassionata al punto di proseguire l’intero percorso scolastico, della durata di 5 anni».

Una passione, che però costituisce anche un’opportunità di lavoro.
«Direi entrambe le cose. Io lavoro come assistente all’autonomia a scuola. Però, conoscendo soggetti non udenti, mi sono avvicinata molto alla loro cultura e alla loro comunità, amandola come fosse la mia. Quindi ho svolto un tirocinio a cascina Chicco a Canale. Insieme alla guida ufficiale ho seguito un gruppo di persone sorde di Torino dalle quali ero stata contattata. È stata un’esperienza entusiasmante. Pur essendo alle prime armi e non conoscendo bene tutti i segni specifici, ho gettato il cuore oltre l’ostacolo e in quel momento ho capito che tale passione, in futuro, potrebbe diventare una professione».

Che indicazione può dare a chi fosse interessato a questa lingua?
«Per accedere ai corsi, bisogna rivolgersi alla cooperativa Segni d’integrazione Piemonte di Torino. Ricordo, inoltre, che nell’ultimo decreto Sostegni, quella dei segni è stata riconosciuta come una lingua autentica. Un successivo decreto definirà i percorsi formativi per l’accesso alle relative professioni. Per cui consiglio a chi voglia mettersi in gioco di imparare questa lingua, che apre la mente e insegna a esprimersi, non soltanto con la voce».

Giorgio Babbiotti

Banner Gazzetta d'Alba