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L’enduro danneggia i boschi! Marcia di protesta a Monteu Roero

L’enduro danneggia i boschi! Marcia di protesta a Monteu Roero

IL CASO Salendo a Montà, lungo le curve della Redina è possibile scorgere la scritta «Il Roero dice no a rally e motocross» che campeggia da anni su uno dei muri di contenimento della strada. Il monito esprime l’inclinazione di una parte della popolazione e rimanda a un dibattito ancora irrisolto. A far insorgere le associazioni di tutela del territorio, questa volta, è una disciplina diversa. Domenica scorsa, 25 luglio, si è tenuta la penultima tappa del Campionato italiano enduro, indetta dal Moto club Roero a Monteu e Montaldo. Immediata la reazione di Canale ecologia, Comuneroero, Italia nostra (sezione Piemonte e di Bra), Osservatorio per la tutela del paesaggio di Langhe e Roero, La Casarotta, Lauto educare, Legambiente Bra, Pronatura, Rocche’n roll e Salviamo il paesaggio, che hanno organizzato sabato una protesta pacifica per segnalare l’inadeguatezza dell’evento. I manifestanti si sono presentati in piazza Roma, a Monteu, e hanno percorso simbolicamente alcuni chilometri lungo il tracciato per manifestare contrarietà a iniziative di questo genere e chiedere ai sindaci di non autorizzare più manifestazioni simili.

Dicono i promotori: «La manifestazione è decisamente fuori luogo. Si sta lavorando per estendere a quasi tutto il Roero la tutela Unesco, le associazioni stanno concretizzando il progetto Salvarocche per la valorizzazione e la salvaguardia della dorsale delle rocche e dei boschi del Roero ed è in crescita la sensibilità dei cittadini sulla tutela ambientale e sull’uso sostenibile del nostro territorio. Di fronte a tali manovre stride la manifestazione autorizzata dai due Comuni. Solo il rispetto dei boschi garantisce il nostro futuro e questo evento si scontra con tutto ciò». La competizione ha coinvolto quasi trecento motociclisti, su un tracciato ad anello lungo 35 chilometri che si snoda tra boschi, strade asfaltate e vicinali.

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Di diverso avviso è Valter Carbone, presidente del comitato regionale della Federazione motociclistica italiana: «Rispettando l’ambiente e le regole, c’è spazio per tutti. Ci teniamo a specificare che l’enduro non è il motocross, come impropriamente è stato chiamato dalle associazioni sui volantini distribuiti. A differenza di quelle da cross, le moto da enduro sono mezzi in regola con il codice della strada sotto ogni punto di vista. Il tracciato è su strade regolate dal codice e nei boschi, nel rispetto della legge regionale che consente le gare motoristiche fuoristrada per un massimo di due volte l’anno. Tutti i piloti che partecipano hanno la licenza, l’evento è organizzato da una federazione nazionale che ha chiesto l’autorizzazione ai Comuni. Abbiamo fatto convalidare i tracciati dai Carabinieri forestali e, di fronte a evidenti danni al territorio in cui si svolge la manifestazione, siamo tenuti a riparare. L’enduro è compatibile con questi territori e non è giusto che l’opinione di alcuni ci impedisca di farlo».

I manifestanti replicano: «Non siamo contro l’enduro, ma occorre che venga fatto in luoghi idonei, zone di pianura o aree industriali dismesse, dove il danno è contenuto. Il percorso nei boschi pregiudica un delicato equilibrio di ecosistemi, compreso quello delle tartufaie, per soddisfare l’interesse di pochi. Gli inevitabili solchi prodotti dalla gara diventeranno voragini con le piogge e l’esperienza ci insegna che, una volta conosciuto il percorso, gli enduristi ne abuseranno per tutto l’anno».

Michele Sandri, sindaco di Monteu, ha preferito non rilasciare dichiarazioni, mentre Fulvio Coraglia, di Montaldo, afferma: «Anch’io sono contrario alle moto nei nostri fragili ambienti naturali, ma in questo caso si è trattato di un evento che ha consentito la ripartenza del turismo. Abbiamo riempito tutte le strutture della zona. È una boccata di ossigeno per il territorio. Dico no alle moto tutto l’anno, ma una volta ogni tanto può essere una scelta adeguata». Il tema delle gare continua a dividere e ciascuna opinione si fonda intorno a una priorità. Si tratta di scegliere qual è la più importante.

Federico Tubiello

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