Ultime notizie

L’immenso Paolo Conte, 84 anni di classe al pianoforte

Il musicista astigiano si è esibito sul palco di Collisioni venerdì 16 luglio

L'immen
Paolo Conte in dialogo con Ernesto Assante.

MUSICA Paolo Conte, con 84 anni, continua con la sua bravura, la sua cultura musicale e il suo carisma a trasportare i suoi fan. L’esibizione sul palco di Collisioni venerdì 16 luglio è stata preceduta da un colloquio con Ernesto Assante. Il cantautore astigiano, incalzato sul tempo trascorso durante la pandemia, ha detto: «In questo lungo periodo ho fatto quasi niente, ho il privilegio di vivere in campagna. Sono portato alla solitudine e non amo la vita sociale. Tutto sommato sto bene da solo. Anche con la musica ho un po’ smesso: prima passavo almeno un momento del giorno al pianoforte, ora non più. Ho però riascoltato i miei vecchi dischi, cosa mai fatta in precedenza. Devo dire che sono rimasto soddisfatto, soprattutto per quanto riguarda l’esibizione della mia orchestra». Riguardo al rapporto dei giovani con la musica, Conte ritiene che «nonostante siano molto interessati, ho l’impressione che ballino troppo, la musica è troppo imbastardita con la danza. Dal punto di vista ritmico e armonico siamo veramente all’essenziale.  Credo che il mondo giovanile non si accosti volentieri al passato, vi sente qualcosa di antipatico, quando potrebbe attingervi e ispirarsi».

La pioggia che cade copiosa fa temere un rinvio del concerto. «Un applauso agli eroi con l’ombrello», dice con gratitudine il musicista. «Ma come piove bene sugl’impermeabili e non sull’anima», per citare un passo della sua canzone. Riparato al palazzo delle mostre e dei congressi c’è anche il torinese Willie Peyote, che non ha voluto perdersi l’esibizione del maestro. Si aspetta la fine della pioggia e il concerto inizia con una decina di minuti di ritardo. Il tempo, ora, è magnanimo. Conte e l’orchestra propongono il loro repertorio. Da Sotto le stelle del jazz alla più recente Snob. Giovanni Gerbi, il ciclista astigiano protagonista della canzone Diavolo rosso, obbliga i musicisti a correre a pieno ritmo senza pause per più di dieci minuti. Conte non dialoga con il pubblico, a parlare ci ha pensato prima. Parla la sua musica, la sua voce non perde un colpo. In un concerto dal vivo, raro non notare differenze con le tracce registrate in studio. Dopo il bis di Via con me, è richiamato ancora a gran voce sul palco. Rientra e mima un gesto all’altezza della gola: si è esibito al massimo del suo potenziale e ora non potrebbe più farcela. Un musicista immenso, che per due ore ha fatto viaggiare con le note dalla Francia al Sudamerica e all’Africa.

Davide Barile

Banner Gazzetta d'Alba