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Lo sferisterio Mermet prende forma quale simbolo di Alba

Lo sferisterio Mermet prende forma quale simbolo di Alba

SOTTO LE TORRI Chi, in questa stagione, ha frequentato lo sferisterio Mermet, ha notato molte novità. La tribuna nella zona di battuta è stata messa a norma realizzando un accesso in più, la gradinata e la ringhiera sul lato lungo sono state sistemate “sacrificando” un gradino per rispettare la sicurezza e sulla tribuna a fondo campo sono stati collocati seggiolini. E ancora, la zona tra l’ingresso e il terreno di gioco è stata bitumata, il muro d’appoggio ritinteggiato e sono stati rifatti e spostati gli scudetti che si trovavano nell’area di battuta. Ora le testimonianze delle vittorie ottenute dalle squadre di Alba sono sul muro vicino all’ingresso, quasi ad accompagnare gli spettatori in un viaggio nella storia del balon albese.

Si tratta d’interventi che hanno visto in prima linea la fondazione Sferisterio Mermet, dal 2018 proprietaria dello storico impianto. La fondazione sta operando in stretta sinergia con la Pallapugno albèisa, la società che utilizza lo sferisterio. Una collaborazione che sta dando ottimi risultati, con la squadra in testa alla Serie A e la fondazione che, poco alla volta, sta modernizzando (senza stravolgerlo) il glorioso terreno del balon. Spiega il presidente della fondazione Nando Vioglio che, assieme a Franco Drocco, ha promosso la nascita del sodalizio: «Gli interventi realizzati erano necessari per poter giocare in Serie A.Ѐ Si può dire che ora, per la prima volta, il Mermet sia agibile sotto tutti i punti di vista. È un risultato di cui dobbiamo andare fieri. Nell’ultima assemblea, lo scorso ottobre, si brancolava nel buio: il Mermet era inagibile e c’era il rischio che la Pallapugno albèisa dovesse giocare fuori Alba. Sarebbe stato il fallimento degli sforzi sostenuti dalla fondazione e la messa in discussione degli stessi obiettivi che si propone di realizzare in futuro».

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Alcuni esponenti della fondazione Sferisterio Mermet.

Vioglio, che al Mermet ha dedicato due libri (uno in occasione dei 150 anni del campo, nel 2007, e uno quando la fondazione lo ha acquistato) è affiancato da un Consiglio direttivo, rinnovato di recente, formato dall’ex sindaco Enzo Demaria (presidente dei veterani sportivi albesi), da Fulvio Prandi (responsabile della condotta Slow food di Alba), da Tommaso Lo Russo (del comitato difesa consumatori) e dall’inventore del premio Balon d’or Flavio Borgna, presidente dell’ente Fiera della nocciola. «La messa a norma del campo è un primo passo, che però non fa venire meno gli altri obiettivi della fondazione, nata per salvare e rilanciare un impianto che è un patrimonio culturale della città», continua Vioglio.

Per disegnare il Mermet del futuro, la fondazione aveva anche lanciato un concorso di idee, che ha subito un inevitabile rallentamento a causa del Covid-19. Per la riqualificazione dell’area sono arrivati ben sette progetti e probabilmente entro fine anno si potranno fare le prime valutazioni. Per il futuro le idee non mancano, e non solo in ambito sportivo, con l’impianto che nel 2022 potrebbe essere coinvolto nelle iniziative per i 100 anni della nascita di Beppe Fenoglio. Lo scrittore lavorava a pochi metri dallo sferisterio e nelle sue opere il balon è sempre presente.

Nelle intenzioni della fondazione, il nuovo Mermet dovrà diventare qualcosa di più di un campo da pallapugno. Dovrà essere un luogo nel quale anche un turista possa fermarsi per scoprire un aspetto importante della storia cittadina. Anche se i visitatori arrivano ad Alba per altre ragioni, può essere utile far sapere loro (e magari anche ai molti albesi che ancora lo ignorano) che nella città del tartufo esiste uno degli impianti sportivi più antichi d’Europa. Per esempio, a Valencia ci hanno pensato da tempo. Sulle guide turistiche della città, il Pelayo (il locale campo di pelota) viene indicato tra i punti di attrazione, assieme ai monumenti della città vecchia e alle architetture di Santiago Calatrava.

Corrado Olocco

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