Nella storia della diocesi sono tante le donne da valorizzare

LAICI IMPEGNATI È stato presentato sabato 19 giugno in duomo ad Alba il libro Luce e sale per la storia di tutti, nel ricordo dei 70 anni della morte di Sandro Toppino (1910-1951), unito con gli amici di quella che è stata chiamata la sua “cordata”. Una cordata realizzata dal grande formatore di tanti giovani, come presidente diocesano prima dell’Azione cattolica e poi della San Vincenzo, con la guida del vescovo Luigi Maria Grassi.

Nella storia della diocesi sono tante le donne da valorizzare
La presentazione del libro su Toppino in duomo.

Nell’intento di estendersi dai piccoli gruppi parrocchiali alla realtà comunitaria di tutta la diocesi, sia nell’ambito ecclesiale che civile e sociale, dalle pagine del libro emergono avvenimenti e testimonianze dell’impegno di quei giovani che nella quotidianità hanno scritto tappe significative della storia albese, anche in momenti particolarmente difficili.

Quello che inizialmente doveva essere un “libro” normale è diventato un “album” speciale di pagine da leggere, di fotografie da ammirare, di esempi da imitare e fare conoscere. Tale è l’intento di quanti hanno lavorato per la realizzazione di questa pubblicazione, per ricordare innanzitutto il passato e per far sì che “la storia continui”.

A questo proposito si sta facendo avanti una proposta che merita di essere presa in considerazione. Solo uomini? E le donne dove sono? Osservazione fatta più volte, ma che è emersa più forte proprio in occasione della presentazione del libro su Toppino e la sua “cordata”, composta solamente di uomini. È venuta fuori la domanda esplicita: perché non si prosegue con un lavoro che dia spazio e attenzione al ramo femminile? In quegli anni c’era la Giac (Azione cattolica dei giovani), ma c’era anche la Gf (Gioventù femminile di Ac) e quante ragazze e signorine hanno vissuto in pienezza la loro vocazione cristiana! Basterebbe portare l’esempio di Armida Barelli (presto beata), in prima fila in Azione cattolica e nell’Università cattolica di Milano.
In casa nostra però occorre ricordare che uno dei primi libri scritti da don Giacomo Alberione si intitola La donna associata allo zelo sacerdotale (1915) e che il canonico Francesco Chiesa nella sua parrocchia in San Damiano ha sempre avuto una particolare attenzione e cura per le donne catechiste.

Nella storia della diocesi sono tante le donne da valorizzare 1
La presentazione del libro su Toppino in duomo.

È vero che nel volume appena uscito il riferimento a qualche donna c’è stato: Gina Saffirio, Ottavia Rivera, Maddalena Revello, Mariuccia Dutto, Maria Isetta Calcagno, Iole Barbero… e altre ancora. Ma si può e si deve fare di più: ne aveva già dato esempio don Angelo Stella, sempre attento, nella sua pubblicazione Il laicato cattolico albese del Novecento (2006), dove ha dato spazio a donne dell’Azione cattolica, a ragazze della Gioventù femminile, a maestre appartenenti all’Aimc, a educatrici del Cif. Un lavoro questo che si può continuare e ampliare.

Ecco la proposta. Si tratta di un lavoro che deve coinvolgere tutte quelle persone che hanno conoscenze, documenti, scritti, fotografie, testimonianze su “donne, signorine, mamme, maestre, religiose…” delle nostre comunità parrocchiali delle quali si può tracciare un profilo, anche breve, della loro vita, del loro specifico impegno e testimonianza. Oltre ai nomi già elencati, vengono in mente Lidia Occhetti, Teresa Barbero, Giuseppina Marengo, Rosita Raimondo Montanaro, Modestina Cravanzola, suor Bruna… Sicuramente verranno fuori altri nomi ancora. Chi ha notizie, indicazioni e materiale utile lo può indirizzare via e-mail a dongiovanniciravegna@gmail.com , oppure inviare per posta o, meglio ancora, consegnare a mano. Grazie per la cortese attenzione e la preziosa collaborazione.

g.c.

Banner Gazzetta d'Alba