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Scuola: docenti di religione con meno diritti degli altri

PROTESTA «La precarietà è immorale: essa uccide la dignità, la salute, la famiglia e la società». Queste parole di papa Francesco rappresentano al meglio la difficile situazione di migliaia di insegnanti di religione in Italia. L’unico concorso è stato indetto nel 2004 e richiedeva 4 anni di servizio, per cui chi ha iniziato a insegnare dal 2000-2001 è condannato da 20 anni alla precarietà.

Non è bastata la sentenza della Corte europea che richiama il Governo italiano al dovere di assumere a tempo indeterminato anche i docenti di religione dopo 36 mesi di servizio. Non sono bastati i numerosi ricorsi per cui lo Stato deve risarcire coloro ai quali è stata riconosciuta come ingiusta la mancata stabilizzazione. I docenti di religione sono e si sentono discriminati, visto che concorsi ordinari e straordinari sono stati indetti per tutte le altre categorie di insegnanti.

Scuola: docenti di religione con meno diritti degli altri
La manifestazione dei docenti di religione, davanti al Ministero dell’istruzione a Roma.

Per protestare contro l’esclusione da ogni forma di stabilizzazione, oltre 200 insegnanti di religione di tutta Italia si sono dati appuntamento a Roma davanti al Ministero dell’istruzione il 24 giugno, richiamati dal sindacato Fgu-Snadir, e non sono mancati all’appello gli insegnanti di Alba. In un unico coro chiedono un trattamento di pari dignità e pari opportunità che sani questa situazione, attraverso una procedura straordinaria, come avvenuto per gli altri precari della scuola. L’hashtag che ha guidato la protesta è #Snadirforights: grido simbolico in linea con le battaglie che lo Snadir porta avanti.

L’ora di religione è un imprescindibile contributo alla crescita umana e culturale dei nostri studenti nella scuola, laica e statale. Come comprendere la letteratura italiana senza conoscere Dante e Manzoni? Come comprendere Dante e Manzoni senza conoscere i contenuti della loro fede e cancellando le loro radici cristiane? Elimineremmo Michelangelo e Giotto e le loro opere, perché inneggianti al cattolicesimo? Ma possiamo cogliere il profondo significato della Pietà di Michelangelo o dell’Ultima cena di Leonardo senza sapere nulla degli eventi che questi capolavori descrivono? E quindi… perché chi è deputato dallo Stato italiano a insegnare contenuti e valori che hanno costruito e costituiscono le nostre radici e la nostra umanità non può vedersi riconosciuto il diritto a entrare in ruolo come tutti gli altri docenti della scuola pubblica?

Dorota Jasinska

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