Un modello cui ispirarsi: dal Papa ai politici

PENSIERO PER DOMENICA – XVI TEMPO ORDINARIO – 18 LUGLIO

Nelle letture di questa XVI domenica troviamo alcuni squarci della grande umanità di Gesù. C’è uno stridente contrasto tra i re corrotti di Giuda contro cui si scaglia il profeta Geremia (23,1-6) e Gesù, pieno di sollecitudine verso i discepoli e verso le folle. Questo racconto di Marco (6,30-34) fa da ponte tra l’invio in missione e la moltiplicazione dei pani.

Un modello cui ispirarsi: dal Papa ai politici

Un po’ di riposo e di “vacanza”: è quanto Gesù propone ai discepoli, rientrati dalla loro prima missione pieni di entusiasmo. Noi ci saremmo aspettati che, sfruttando il momento favorevole, Gesù li facesse subito ripartire. La sua proposta è invece tutt’altra: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto e riposatevi un poco». Lui sa bene che l’entusiasmo è passeggero, mentre un impegno serio necessita di una base solida: il rapporto personale con lui. Gesù sa che i Dodici hanno bisogno di stare con lui, di ascoltare la sua Parola, per rinsaldare le loro motivazioni e trovare forza. Ne abbiamo bisogno anche noi.

Il grido di Geremia contro i pastori che disperdono il gregge apre la prima lettura, ambientata in un momento drammatico della storia del regno di Giuda, che sta per cadere nelle mani dei Babilonesi. Essi, dopo la conquista di Gerusalemme, proprio come facevano i ladri di bestiame, porteranno via, attraverso il deserto, una parte della popolazione. Il profeta delinea, per contrasto, i caratteri di un buon pastore, che raduna e difende il suo gregge, se ne prende cura, lo conduce su pascoli erbosi, lo fa crescere. Geremia sogna-profetizza che un giorno lontano questo pastore arriverà. Noi sappiamo che questa profezia si è realizzata con Gesù. Il Vangelo di oggi ce lo documenta.

Gesù è il pastore che si commuove per le folle che lo seguono e non gli danno tregua. Nel Vangelo, come notava polemicamente Nietzsche, i poveri, i diseredati, i vinti della storia diventano protagonisti, in quanto oggetto dell’attenzione particolare di Gesù. Gli basta uno sguardo: «Vide una grande folla ed ebbe compassione per loro perché erano come pecore che non hanno pastore e si mise a insegnare loro molte cose». Egli sa che questo popolo, sfruttato dai politici, disprezzato dagli intellettuali, ignorato dai sacerdoti, ha bisogno di una voce che lo conforti, di una parola di speranza, di una persona che lo ami. Gesù è stato ed è tutto questo. Un modello per chiunque si ispiri a lui, dal Papa ai politici, fino alle madri e ai padri di famiglia.

Lidia e Battista Galvagno

Banner Gazzetta d'Alba