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Un pane da condividere oltre che da moltiplicare

PENSIERO PER DOMENICA – XVII TEMPO ORDINARIO – 25 LUGLIO

Per 5 domeniche leggeremo, dal Vangelo di Giovanni (cap. 6), il miracolo della moltiplicazione dei pani. È l’unico riportato dai 4 Vangeli: un segno della risonanza che ebbe nella vita di Gesù e nella comunità. Il lungo racconto giovanneo, che leggeremo a brani, conta elementi propri. Mentre nei sinottici Gesù è spinto a compiere il miracolo mosso dalla compassione per la folla, qui si sottolinea il valore di segno del gesto: sfamando la folla, Gesù manifesta sé stesso.

Un pane da condividere oltre che da moltiplicare

Tra la manna e l’Eucaristia. La descrizione è molto circostanziata: Gesù si ritira sulle rive del mare di Galilea, ma la folla lo segue. Siamo vicini alla Pasqua: questo suggerisce un duplice collegamento. Il miracolo di Gesù ricorda la manna che aiutò gli Israeliti a sopravvivere nel deserto (Esodo 16) e anticipa l’Eucaristia, dono finale di Gesù ai suoi. Ma nel racconto ci sono altri simboli.

Un dono gratuito di Gesù. Qui è Gesù a prendere l’iniziativa. A mettere a disposizione il pane – per la precisione, “cinque pani d’orzo”, e “due pesci” (il termine greco indica due pesciolini piccoli, in salamoia): il cibo dei poveri – non sono i discepoli, ma un ragazzo che solo fidandosi di Gesù, rinuncia al cibo che aveva con sé. I pezzi avanzati ammontano a dodici ceste: è il cibo destinato all’Israele futuro, quindi a noi. È interessante anche la differenza rispetto alla manna: questa doveva essere consumata il giorno stesso e non poteva essere conservata; il pane di Gesù può saziare anche le generazioni future. La folla coglie il significato messianico del gesto e vorrebbe farlo re: un Messia che moltiplica e dona gratuitamente il pane è colui che i Giudei attendevano. Gesù però si sottrae a questo entusiasmo superficiale e, congedati i discepoli, si ritira a pregare.

Possiamo identificarci un po’ con tutti i personaggi. Come Gesù e il profeta Eliseo, protagonista della prima lettura (2Re 4,42-44), capaci di moltiplicare il pane, anche noi siamo riusciti a far sì che la terra produca cibo per tutti: purtroppo non sappiamo distribuirlo e ne sprechiamo tanto, a fronte di gente affamata! Possiamo identificarci con la folla, quando ci rivolgiamo a Gesù nel bisogno: anche se cerca Gesù per interesse, merita la sua compassione. Sovente condividiamo la perplessità dei discepoli di fronte a problemi troppo grandi per noi. Più difficile imitare il ragazzo con la sua generosa fiducia in Gesù. Continuare a meditare su questo tema e nutrirci del pane che Gesù ci offre ancora oggi ci aiuta a realizzare quanto chiesto nella lettera agli Efesini (4,1-6): lavorare per far crescere l’unità tra noi.

Lidia e Battista Galvagno

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