Caro docente, vaccinarsi rappresenta un gesto di responsabilità verso sé stessi e verso gli altri.

LETTERA AL GIORNALE Gentile direttore, il corrente mese di settembre ha tutta l’aria di essere il tempo dedicato all’estensione del “lasciapassare sanitario” (green pass per gli anglofili) dal comparto Istruzione a quello della pubblica amministrazione e di Confindustria.

Come docente ritengo che rettori, presidi e tutto il corpo docente abbiano il dovere morale di disconoscere e disapplicare tale strumento, in quanto incostituzionale e discriminatorio, lesivo del diritto allo studio e del diritto al lavoro. L’obbligo di possesso di tale documento presuppone dei trattamenti sanitari obbligatori (vaccinazione ogni 6 mesi, unica alternativa tampone rinofaringeo ogni 48 ore), imposizione totalmente lesiva delle libertà e dei diritti fondamentali. Contrastante il regolamento europeo nativo. Vessatoria per chi non vede in un “vaccino” contro virus a Rna un efficace strumento di contenimento dei contagi, e mette in guardia sui gravi effetti collaterali che passano sottotraccia nel mainstream. Insufficiente (se non del tutto carente) a ogni contenimento virale, visto che i vaxed possono circolare (senza nessuno dei controlli “riservati” a chi non ha voluto o potuto sottoporsi al vaccino), e ammalarsi/trasmettere il virus alla stregua dei non-vaxed, come insegnano Israele e Gran Bretagna. Foriero di divisione della società in cittadini di Serie A e di Serie B, con conseguente ghettizzazione dei “bio-farmacologicamente diversi” di fascista memoria.

Caro docente, vaccinarsi rappresenta un gesto di responsabilità verso sé stessi e verso gli altri.
Il mezzo mobile utilizzato in questi mesi per le vaccinazioni contro il Covid-19 nel territorio dell’Asl Cn2

Ma noi docenti non dovevamo insegnare la scienza come divenire di congetture e confutazioni, fatta di tentativi ed errori, costituita da impianti teorici che devono essere messi permanentemente alla prova e sottoposti ad aggiornamenti ed estensioni? Copernico e Galileo, per esempio, non sono stati maestri sufficientemente convincenti? Non dobbiamo insegnare l’educazione civica

ome disciplina trasversale, che punta al rispetto dei beni comuni in armonia con il bene individuale?
Se anche noi della scuola ci facciamo travolgere dall’info-pandemia dei virologi da salotto in conflitto di interesse e dei nostri politici ridotti a burattini, resteremo in balia delle loro esternazioni contradditorie veicolate da mass media sempre meno critici e sempre più asserviti a un pensiero unico. E il green pass in Italia (caso-studio unico in Europa) procederà a macchia d’olio su categorie lavorative sempre più allargate, con ricadute molto negative sul nostro ordinamento democratico.

Lascio sotto la mia e-mail, nel caso qualcuno volesse farmi pervenire (educatamente) sue osservazioni e critiche costruttive.

Franco Galvagno, franco.galvagno@gmail.com

Gentile Galvagno, la scienza procede per congetture e confutazioni, ma di fronte a una terribile pandemia che ha provocato 130mila morti solo in Italia, finora l’unica “congettura” che ha bloccato contagi e morti è stato il vaccino. Il giorno che la scienza sarà in grado di produrne un’altra, allora ne parleremo. In una società civile, infine, non esiste solo la mia libertà e la mia salute: queste finiscono quando cominciano quelle degli altri. Ecco perché papa Francesco parla di dovere e di responsabilità nel vaccinarsi.

g.t.

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