Con Abitare il piemontese di Paolo Tibaldi impariamo il significato di Andi

Con Paolo Tibaldi impariamo il significato del termine piemontese "Rabadan"

ANDI Spinta, avvio, iniziativa, andatura, ritmo di vita; uovo marcio.

L’ingresso nel mese di settembre ricorda a gran parte della gente che è ora di rimettersi in carreggiata per i doveri lavorativi o, per lo meno, quotidiani. Pare che ci si debba ridestare dal sollazzo estivo e cambiar marcia. Questo è ciò che giace nella coscienza delle persone a questo punto dell’anno: è dunque ora di darsi un andi. Ecco qui la parola della settimana, dopo una breve pausa del giornale e della rubrica, pronti a darci un… andi.
L’andi è la spinta psicofisica, la marcia che un gruppo di persone o un individuo deve cambiare quando intorpidito da una situazione, da un momento della vita o da una debilitazione fisica. Può succedere di abbassare i giri o, per meglio dire, di adagiare il proprio stile di vita diminuendo la reattività di pensiero o di azione. Succede altrettante volte di non rendersene conto fino a quando qualcuno, da fuori, ci farà sussultare con un sonoro: date n’andi! datti una mossa!

Come tutte le lingue neolatine, anche il piemontese arriva dal latino volgare, quello parlato dal popolo e non quello della grande letteratura classica. È proprio il latino volgare a segnare l’etimo della parola di oggi, con l’espressione anditum, luogo di passaggio, da cui anche l’italiano àndito che significa ingresso, corridoio; rappresenta un esito dotto rispetto al piemontese.
Ma come viene inserita la parola di oggi all’interno di un’esclamazione piemontese? Ci sono diversi contesti pratici o metafore che la rendono valida, ci si può sbizzarrire: pijé ȓ’andi significa prendere la rincorsa, avviarsi con il pensiero o concretamente. Quando, invece, ci si vuole liberare di oggetti inutili, si dice molto coloritamente deje ȓ’andi, dargli una spinta, proprio a indicare l’azione che si ha intenzione di svolgere. Desse n’andi significa ridestarsi. Nelle aziende contemporanee si tradurrebbe con il raggiungere il massimo della performatività. Da accapponare la pelle.

Non va tralasciato che, da qualche parte del Piemonte, con andi s’intende anche l’uovo marcio, sinonimo di ciocon. Chissà perché andi! Probabilmente la sua edibilità ha preso la strada del non ritorno. Si può proprio dire che è andato.

Paolo Tibaldi

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