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Dal 15 ottobre green pass obbligatorio per entrare in tutti i luoghi di lavoro

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GREEN PASS Dal 15 ottobre e fino al 31 dicembre il green pass sarà indispensabile per entrare in tutti i luoghi di lavoro, privati e pubblici: nelle fabbriche, negli uffici, negli studi professionali. Lo stabilisce il decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri il 16 settembre. L’obbligo include senatori, onorevoli, presidenti, consiglieri regionali eletti alle elezioni (gli organi costituzionali decideranno da quando e con quali modalità adeguare il proprio ordinamento) e anche i volontari.

Sia nel pubblico sia nel privato, non dovranno esibire il green pass tutti coloro che sono esentati dalla campagna vaccinale. Per i lavoratori privati la sospensione dello stipendio scatta dal primo giorno di assenza ingiustificata mentre nel settore pubblico la sospensione scatta dal quinto giorno. Non sono previste altre conseguenze disciplinari e c’è il diritto alla conservazione del rapporto di lavoro.

L’obiettivo è incrementare le vaccinazioni prima che, con l’arrivo dell’inverno, risalga la virulenza del coronavirus.

Il decreto introduce una norma specifica per l’accesso a tribunali e uffici giudiziari: dovranno averlo i magistrati ordinari, amministrativi, contabili, militari e onorari, gli avvocati e i procuratori dello Stato e i componenti delle commissioni tributarie. La norma non varrà però per i legali: le disposizioni, dice il decreto, «non si applicano agli avvocati e altri difensori, consulenti, periti e altri ausiliari del magistrato estranei all’amministrazione della giustizia, testimoni e parti del processo». Un avvocato potrà dunque andare in tribunale senza avere il certificato ma, ad esempio, dovrà mostrarlo per entrare in uno studio legale.

Per non penalizzare ulteriormente chi non vorrà o non può vaccinarsi, il decreto introduce i tamponi a prezzo calmierato per tutti nelle farmacie che hanno aderito al protocollo d’intesa: gratis per chi non si può vaccinare, 8 euro per i minori e 15 euro per tutti gli altri. Per le farmacie che non rispettano i prezzi è prevista una sanzione da mille a 10mila euro e il prefetto potrà disporre anche la chiusura dell’attività per 5 giorni.

Per quanto riguarda i tamponi è stata inoltre estesa la validità dell’esito dei molecolari a 72 ore mentre quella degli antigenici continuerà ad essere 48 ore.

Controlli affidati ai datori lavoro, anche verifiche a campione

Il Governo ha previsto che a verificare se i lavoratori sono in possesso del green pass, sia nel pubblico che nel privato, dovranno essere i datori di lavoro ai quali spetta inoltre il compito di definire, entro il 15 ottobre, le «modalità operative per l’organizzazione delle verifiche», che potranno essere anche a campione. Ci dovrà essere un responsabile incaricato degli accertamenti che, in via prioritaria, dovranno essere eseguiti al momento dell’accesso. La validità del green pass potrà essere verificata, nel privato, con la app Verifica19 mentre nel pubblico il premier, su proposta dei ministri per la pubblica amministrazione e della salute, potrà definire delle linee guida per la omogenea definizione delle modalità organizzative.

Per chi non ha il pass sono previste una serie di sanzioni: nel pubblico, dopo 5 giorni di assenza ingiustificata, scatterà la sospensione del rapporto di lavoro e dunque dello stipendio mentre nel privato la sospensione sarà immediata. In ogni caso, precisa il decreto, «senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del rapporto di lavoro». Per i datori di lavoro che non effettuano i controlli sono previste inoltre sanzioni da 400 a mille euro, mentre dipendenti pubblici, privati e autonomi che verranno sorpresi in un luogo di lavoro senza il pass rischiano una sanzione da 600 a 1.500 euro.

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