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Il castello di Roddi è terzo snodo per il tartufo bianco

Il castello di Roddi è terzo snodo per il tartufo bianco
L'accordo di programma tra Comune e Regione per finanziare i lavori è stato siglato a febbraio.

TUBER MAGNATUM PICO Roddi, con il suo castello, storica sede dell’Università dei cani da tartufo, fondata nel 1880, si avvia a diventare ancora più di quanto già non sia un punto di riferimento per il prezioso tuber magnatum Pico. Il maniero diventerà infatti la terza punta di diamante per tutto il territorio, completando il triangolo dei musei del tartufo con Alba e Montà.

È notizia dei giorni scorsi l’assegnazione dei lavori per il recupero del maniero alle porte di Alba per un importo di 2.050.000 euro. Sono due le aziende che hanno partecipato alla gara, conclusa a fine giugno, con l’assegnazione avvenuta il 19 agosto. La base d’asta, che escludeva i lavori non soggetti ad alcun ribasso, era di 1.359.661 euro. A spuntarla è stata la Franco Barberis di Alba, che ha preceduto per solo una manciata di punti la Fratelli Bottano di Villafranca Piemonte. La ditta torinese si era imposta nella valutazione tecnica con un punteggio di 63,9 contro i 60,1 dell’azienda langarola la quale ha, però, presentato un’offerta economica più vantaggiosa, pari al 9,88% contro il 7,85% della ditta concorrente. Il risultato complessivo è diventato così di 85,1 per la Franco Barberis e di 83,8 per la Fratelli Bottano. Il ribasso consentirà un risparmio non da poco per il Comune di Roddi, pari a quasi 100mila euro, che potranno essere investiti per ulteriori interventi sul castello.

CHE COSA SI FARÀ

L’intervento riguarderà i quattro piani dell’edificio, a partire dalle cucine storiche del seminterrato, che verranno restaurate. In quest’area sarà realizzato anche un locale per l’analisi sensoriale, con una parte al buio per creare le condizioni ideali per la cerca del tartufo. Sarà una zona particolarmente importante per la formazione dei tabui, nel paese che dal 1880 ospita l’unica università esistente per i cani da tartufo. Per questo, sarà sistemata l’area denominata “nel bosco”, messa a disposizione del Centro nazionale studi tartufo. In questa zona, molto vasta, si troverà anche il campus per gli animali.

Pure il piano terreno sarà completamente ristrutturato e vedrà la creazione di locali adatti a installare una libreria del castello, un guardaroba, un’area per l’accoglienza e ampi locali per mostre temporanee ed eventi. Inoltre, è prevista la predisposizione del cortile per le attività di cerca con i cani.

Al primo piano troveranno posto il foyer e la biblioteca del tartufo, uno spazio multimediale e per riunioni dei trifolao, con i loro uffici di rappresentanza. «L’obiettivo è la conclusione dei lavori entro due anni, con la speranza di ridurre i tempi e ottenere l’opera in 18 mesi. Incontrerò nei prossimi giorni i titolari dell’azienda che si è aggiudicata l’appalto: l’intento è operare senza chiudere la struttura, realizzando appositi passaggi per garantire la visita dei locali del castello», dice il sindaco di Roddi.

LA STORIA

Il compito di raccontare la storia recente del prestigioso maniero spetta proprio al primo cittadino di Roddi, Lorenzo Prioglio: «Il castello venne acquistato dal Municipio nel 2001 per 600 milioni di lire dal Fondo culto. Da quel momento è iniziato il restauro. Il maniero è uno dei più interessanti dal punto di vista storico delle Langhe, appartenuto, tra gli altri, anche a Gaio Francesco della Mirandola, discendente e nipote del noto umanista e filosofo Pico della Mirandola».

I lavori si sono concentrati inizialmente sulla pertinenza del castello, quella che presenta le condizioni peggiori e che richiede un pronto intervento strutturale. Il primo accordo di programma risale al 2003, per una spesa di 1,4 milioni di euro, a cui concorrono oltre al Comune di Roddi anche la Regione Piemonte, la Provincia di Cuneo, le fondazioni bancarie di Cuneo, Torino e Alessandria e, con una quota di 10mila euro per Municipio, i 15 Comuni dell’Unione di Langa e del Barolo.

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A febbraio il presidente della Regione Alberto Cirio ha ufficializzato la concessione dei fondi per il recupero

Con le prime risorse Roddi mette in sicurezza i locali, realizza la cerniera che collega con scale e ascensore la pertinenza e tutti i piani del castello, predispone i locali per il museo Giacomo Morra e per la realizzazione del ristorante e delle cucine.

Il sogno che inizia a prendere piede è quello di fare del maniero di origine medioevale il centro della cucina piemontese e il punto di riferimento per il suo prodotto principe: il tartufo bianco d’Alba. In questa fase vengono anche realizzati i bagni e alcuni locali di servizio.

Prioglio: «Nel 2009 è arrivato un nuovo accordo di programma; con un rinnovato sforzo collettivo di Amministrazione civica, Regione, fondazioni e Unione dei Comuni, abbiamo approvato il progetto per ulteriori 3,3 milioni d’interventi, ancora sulla pertinenza del castello. In meno di tre anni è stata realizzata la scuola di cucina, che è stata inaugurata l’8 dicembre 2012», aggiunge il sindaco, precisando: «È stata realizzata una moderna struttura didattica fornita di 12 postazioni in acciaio, ciascuna con schermo Lcd. Inoltre, esiste una postazione per l’insegnante, dotata di videocamera per riprese e proiezione sugli schermi delle singole postazioni. Questi locali sono utilizzati oggi in comodato d’uso gratuito dall’ente Fiera internazionale del tartufo bianco d’Alba».

Marcello Pasquero

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