Al castello di Cisterna le storie di donne che hanno perso il lavoro

Al castello di Cisterna le storie di donne che hanno perso il lavoro

CISTERNA Venerdì scorso al castello di Cisterna il segretario generale della Fiom-Cgil di Torino Edi Lazzi ha presentato, in dialogo con Luca Anibaldi, il suo libro “Buongiorno, lei è licenziata” (edizioni Gruppo Abele). Il volume raccoglie storie di donne che hanno perso il lavoro, testimonianze di diritti violati, ricatti e abusi,  raccolte per cercare un cambiamento a un sistema che penalizza i lavoratori e, prima di tutti, le lavoratrici.

«Le lavoratrici raccontano la  perdita del lavoro attraverso la fatica, la rabbia e la disperazione, ma anche la fierezza e la dignità delle lotte attraverso le quali hanno fatto sentire la loro voce in una Torino colpita dal declino industriale e dalla crisi dell’auto, dove imprenditori locali hanno delocalizzato e una politica miope si è rivelata incapace di gestire la trasformazione sociale in atto», sottolinea l’autore, due lauree e una vita passata nel sindacato. «Sono donne che lavorano nelle aziende che in questi anni abbiamo seguito come Fiom, di cui abbiamo gestito le vertenze in difesa dell’occupazione per garantire gli ammortizzatori sociali e il sostegno al reddito. Purtroppo queste vertenze a Torino sono state moltissime. Dietro a ognuna c’è una persona, una storia di vita che non può essere ridotta a statistica. A Torino come nel resto d’Italia non esistono servizi che aiutino chi perde il lavoro, specie dal punto di vista psicologico. E anche le strutture per il ricollocamento spesso si rivelano inadeguate», ha aggiunto Lazzi.

Dietro la perdita del lavoro di queste donne emerge tutto il dramma di chi si vede strappata una parte di identità e rende quantomai urgente un dibattito serio attorno all’etica del lavoro. «Al centro delle politiche del lavoro devono esserci i soggetti e non le merci prodotte. Occorre interrogarsi sulle scelte che le aziende fanno, specie quando delocalizzano per avanzare qualche euro in più e allo stesso tempo privare del lavoro centinaia di famiglie, e puntare sulla riconversione ecologica che può rappresentare un volano per la creazione di nuovi posti di lavoro», ha concluso l’autore.

Roberto Savoiardo

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