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Ferrovia Alba-Asti: Comune e Regione trattano per riattivarla con treni a idrogeno, finanziati dal Pnrr

Ferrovia: l’Alba-Asti può tornare una linea di primo livello 1
Il viadotto dell’Alba-Asti a Santo Stefano Belbo

FERROVIA Se gli occhi di tutti sono da sempre puntati sull’autostrada Asti-Cuneo, c’è un’altra opera strategica per il territorio che da dieci anni è in attesa di essere sbloccata. Stiamo parlando della ferrovia Asti-Alba, snodo fondamentale di collegamento tra l’Albese, l’Astigiano e l’Alessandrino: il tratto Alba-Castagnole delle Lanze si divideva infatti in due tronconi, di cui uno diretto verso Asti e l’altro verso Alessandria, passando per Canelli e Nizza Monferrato. Tutto questo fino al 2010, quando venne sospeso il servizio tra Alba e Castagnole per gravi problemi strutturali rilevati nella galleria Ghersi, all’altezza di Neive. Nel 2012, poi, venne anche bloccato il tronco tra Asti e Castagnole, così come il collegamento verso Alessandria.

In breve, è la storia di una linea ferroviaria mai formalmente soppressa, ma “sospesa”, sempre in attesa di conoscere il proprio destino. Fino a qualche mese fa, l’ipotesi più probabile sembrava essere la conversione in pista ciclabile, alla luce dei tentativi di ripristino mai portati a termine, malgrado la mobilitazione contraria di associazioni ed enti del territorio. A essere ferma su questa posizione, in particolare, era la Regione Piemonte: da Torino, a settembre 2020, era partito un protocollo d’intesa rivolto ai Comuni collocati lungo la tratta, volto alla conversione della ferrovia in tal senso. Il governatore Alberto Cirio aveva anche invitato i territori a sposare il progetto della ciclabile, ipotizzando l’utilizzo di parte dei fondi del Recovery fund per realizzare l’opera. Da subito, però, l’Amministrazione albese aveva scelto di smarcarsi da questa posizione, esprimendosi a favore del ripristino della ferrovia, in modo compatto tra maggioranza e opposizione.

La buona notizia, però, è che da settimane qualcosa si sta muovendo, grazie al lavoro congiunto del Municipio di Alba e della Regione Piemonte, che parrebbe aver cambiato il proprio punto di vista in merito, forse di fronte al palesarsi di nuove opportunità per il recupero delle tratte ferroviarie sospese. Dopo la pandemia, infatti, molto è mutato. Anche se al momento nessuno intende rilasciare dichiarazioni ufficiali, è certo l’avvio di uno stretto dialogo con il ministro per la transizione ecologica, Roberto Cingolani. Come quest’ultimo ha dichiarato in più occasioni, un tassello fondamentale per il futuro è l’utilizzo dell’idrogeno per i trasporti, in particolare per i treni.

In questo contesto si colloca l’Asti-Alba, che palazzo Lascaris e piazza Duomo stanno di comune accordo puntando a inserire nei chilometri di sperimentazione di ferrovia a idrogeno che Cingolani intende finanziare con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). La decisione se includere o meno la ferrovia albese nel documento dovrebbe arrivare in tempi molto stretti, ma le premesse sembrano essere incoraggianti: in primo luogo, perché si tratta di una linea che si snoda attraverso paesaggi tutelati dall’Unesco, in cui il bisogno di mobilità sostenibile è ancora più elevato. Inoltre, si parla di meno di quaranta chilometri, per l’intera tratta da Alba ad Asti.

Per quanto riguarda il recupero strutturale della galleria Ghersi, che in passato era stato più volte presentato come il grande scoglio economico da superare, l’ingresso nella sperimentazione risolverebbe il problema dei fondi. Ma da fonti bene informate si percepisce che le ambizioni del Comune di Alba andrebbero ancora molto oltre e riguarderebbero anche un’opera importante a ridosso del centro cittadino: si tratta della copertura della ferrovia all’altezza di via Pola. Se l’operazione andrà in porto cambierà il modo di spostarsi nell’area Unesco e lo stesso volto di Alba.
Francesca Pinaffo

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